rotate-mobile
Cronaca

Lesioni permanenti a causa dell'errata biopsia, medico condannato a due mesi

Il neurochirurgo del "Vito Fazzi" accusato di lesioni personali gravissime, ha patteggiato. La vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto è nata a seguito delle presunte complicazioni subite di un paziente

LECCE – Si è concluso con un patteggiamento a due mesi e sette giorni il presunto caso di malasanità che vedeva come imputato il neurochirurgo del “Fazzi” Piero Cantisani, accusato di lesioni personali gravissime. La vicenda giudiziaria ruota attorno alla figura di Eugenio Casavola, un uomo di 60 anni deceduto nell’agosto del 2010. All’uomo era stato diagnosticato un grave tumore al cervello, e pertanto si era deciso di sottoporlo a un prelievo di una porzione o di un frammento di tessuto, al fine di fornire una diagnosi più precisa della malattia.

Proprio a seguito dell’esame chirurgico, però, hanno sempre sostenuto i familiari di Casavola, rappresentati dall’avvocato Michele Palazzo, la presunta vittima aveva manifestato gravi deficienze di tipo motorio e linguistico, perdendo ben presto sia l’uso della parola che qualsiasi possibilità di deambulazione. A causare il grave deficit era stata, secondo quanto denunciato, l’errata esecuzione del delicato intervento di biopsia al cervello eseguito dal dottor Cantisani. Il neurochirurgo, dopo aver introdotto il sondino, avrebbe prelevato una parte di tessuto sano, creando così delle lesioni gravissime e permanenti al paziente, tanto da spingere i familiari a presentare denuncia presso la Procura di Lecce.

L’iscrizione di Cantisani nel registro degli indagati era stata inizialmente per lesioni gravissime. Nei mesi, però, il quadro clinico di Casavola si era aggravato sempre di più, fino ad arrivare alla morte del paziente. Il decesso dell’uomo aveva dunque modificato il quadro indiziario in omicidio colposo. Il sostituto procuratore della Repubblica titolare del procedimento, Stefania Mininni, aveva chiesto al gip Ercole Aprile la fissazione dell’incidente probatorio.

La perizia collegiale, affidata a tre specialisti, aveva escluso che il decesso fosse legato alla biopsia, evidenziando però come la stessa fosse stata eseguita in maniera non corretta per un “errore di centraggio”. L’accusa era stata quindi nuovamente modificata in lesioni personali gravissime. La sentenza di patteggiamento è stata pronunciata oggi dal giudice Fabrizio Malagnino. L’imputato è assistito dagli avvocati Francesco Calabro e Marcello Petrelli.

Inizialmente nell’inchiesta era finito anche l’ex direttore della divisione di Neurochirurgia del nosocomio leccese, Antonio Montinaro, la cui posizione è stata poi stralciata e archiviata.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lesioni permanenti a causa dell'errata biopsia, medico condannato a due mesi

LeccePrima è in caricamento