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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Melissano

Lettera aperta dipendenti Italgest: "Noi vere vittime"

I dipendenti Italgest scrivono alle istituzioni dopo l'annuncio di De Masi di voler abbandonare la produzione nel Salento: "Strano clima contro l'azienda. Paghiamo noi, che restiamo senza lavoro"

MELISSANO - Una lettera aperta alle istituzioni firmata dai dipendenti e dai collaboratori Italgest, a seguito dell'annuncio di Paride De Masi, che, il 31 dicembre 2010, la sede di Melissano chiuderà i battenti, mandando a casa numerosi lavoratori.

I dipendenti si dicono ancora scossi dalla notizia del presidente, perché mai avrebbero immaginato che gettasse la spugna in questo modo: "Uno dei pochi imprenditori - scrivono - che avevano deciso di investire sul proprio territorio, avvalendosi di risorse e professionalità locali, ora è costretto, suo malgrado, a lasciare la Puglia alla ricerca di altri luoghi in cui investire, in cui creare nuove opportunità, benessere ed occupazione".

"E noi - domandano disperati - chi si occuperà di noi? Delle nostre famiglie? Dei nostri figli? Abbiamo dato tanto a questa azienda e tantissimo essa ha dato a noi, umanamente e professionalmente, ma dall'1 gennaio 2011 rimarremo a casa. Nel corso di questi anni abbiamo lavorato, fra le altre cose, alla realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (eolico, fotovoltaico e biomasse), con impegno, costanza e professionalità, ma soprattutto in linea con gli obiettivi fissati dal Governo italiano, dall'Unione europea e, più in generale, dalla comunità internazionale per contrastare il preoccupante fenomeno del riscaldamento globale".

Progetti normativamente e tecnicamente corretti in cui non solo sono state riposte tutte le energie ed il futuro, ma anche la speranza di contribuire alla salvaguardia ambientale ed allo sviluppo economico della Regione. "Da qualche tempo, però - affermano -, intorno a questi progetti s'è creato un clima di ostilità e ostruzionismo che ha di fatto paralizzato l'attività della nostra azienda, per i motivi più disparati, che non spetta e non interessa a noi commentare o elencare. Come, ad esempio, la lentezza burocratica".

"Come mai, ci chiediamo, i procedimenti autorizzativi, che dovrebbero avere ex lege una durata complessiva massima di 180 giorni, nella nostra Regione hanno una durata minima di 3 anni? Come mai nessuno interviene? Ad oggi, le Amministrazioni Pubbliche hanno bloccato e/o negato l'iter autorizzativo per iniziative eoliche e a biomassa da noi presentate nel lontano 2007, avallando anche strumentalizzazioni di puro terrorismo mediatico, con dichiarazioni e/o manifesti pubblicitari di dubbio gusto".

I dipendenti sentono che oltre al danno ci sia la beffa, leggendo un manifesto che recita: "NON BIOMASSAcriamo l'aria. Grazie alla nostra battaglia la centrale a biomassa a Lecce non si farà": "Ma - aggiungono - la battaglia contro chi? La città di Lecce era in guerra con qualcuno? L'unica certezza è che per adesso questa battaglia ha prodotto solo delle vittime: noi".

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