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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Leverano

L'ex amante, l'amico, la figlia, la colf. La violenza? Tutto finto

Una vicenda surreale. Dopo che l'uomo da lei amato è tornato dalla moglie, una donna di 40 anni ha deciso di fargliela pagare. Coinvolgendo alcuni conoscenti in una trappola ordita per cercare di accusarlo di violenza sessuale

 

LEVERANO – Le storie di brutale violenza sessuale ai danni delle donne sono, purtroppo, all’ordine del giorno, ma, questa volta, lo stupro è davvero inesistente: solo una simulazione, per quanto ben studiata. Una storia che fa accapponare la pelle, visto anche l’alto numero di partecipanti alla messinscena. Il guaio è che, se tutto fosse andato a buon fine, un 40enne di Salice Salentino avrebbe rischiato di trovarsi di punto in bianco indagato, forse persino recluso in una cella, con una fra le accuse più odiose che possano esistere.

Il fato, invece, ha voluto che un improvviso impegno di lavoro tenesse lontano il 40enne dalla trappola ordita dalla sua ex amante e da alcuni complici. L’indagine dei carabinieri, poi, ha fatto il resto, mettendo i responsabili con le spalle al muro.

Tutto è nato dopo la rottura della relazione sentimentale tra S.G., una 40enne leveranese, e l’uomo di Salice. Quest'ultimo, un mese addietro, ha deciso di interrompere la relazione. Pentitosi, è tornato dalla moglie. Ma S.G. non s’è arresa di fronte alla  piega che hanno preso gli eventi ed ha iniziato a tempestare l’uomo di telefonate, facendo anche qualche appostamento, pretendendo di riallacciare i nodi del rapporto.

Quando, però, le speranze della donna si sono affievolite del tutto ed ha concretamente capito che non avrebbe mai più riavuto indietro quell’uomo promesso a un’altra, ha iniziato a rimuginare un piano per ottenere vendetta. Coinvolgendo altre persone. A partire da F.L., un50enne, anch’egli di Leverano, che a sua volta, da qualche tempo, le si stava affezionando al punto tale da venire incontro al suo folle ordito. Tutto, pur di conquistare le grazie della sua amica, in un vorticoso giro di relazioni, per una vicenda che sembra uscire fuori dallo scalcinato copione di una delle commedie sexy all’italiana in voga negli anni ‘70. Così, insieme hanno pensato bene di cercare di incastrare l’ex amante della donna di Leverano, sperando che per lui scattassero le manette.

F.L., in tutto questo, ha finito per coinvolgere persino la figlia, F.E., 25enne, e addirittura la colf, C.M, 45enne di Leverano. Surreale, è dir poco. Certo è che l'altro ieri F.L. ha chiamato l’ex amante della donna, chiedendogli  di passare il giorno dopo alle 11,30 circa, nei pressi di un suo terreno, per il recupero di uno scatolone, visto che, fra l’altro, l’uomo si occupa anche di piccole spedizioni. E qui, entra in scena la colf. A mezzogiorno di ieri, C.M., ha chiamato il 112, raccontando, allarmata, che poco prima, mentre si trovava a fare le pulizie in casa di F.L., aveva sorpreso un ladro in casa, che dopo aver messo a soqquadro tutto aveva provato persino a violentarla.

Stando al suo racconto, solo grazie alle urla e all'accorrere, provvidenziale, di F.E., la donna s’era salvata dal peggio. Vista l’estrema gravità dell’episodio, i carabinieri della stazione di Leverano si sono fiondati in casa. Qui, tutto era stato studiato perché sembrasse veramente la scena di un crimine. C.M. era stesa sul divano, con la gonna sollevata; F.E., premurosamente, le stava applicando una borsa del ghiaccio sul ginocchio, poiché divincolandosi dalla presa, ha sostenuto di aver sbattuto ad uno spigolo. Tutt'intorno, confusione. La classica scena della “visita” dei topi d'appartamento.

Qualcosa, però, all’occhio esperto dei carabinieri, è apparso subito strano. Difficile definire la sensazione, quasi una contrastante percezione di “caos ordinato”. Ovvero, gli oggetti, più che gettati per aria, sembravano posato per terra. Un ladro che tenta di stuprare una colf, non è certo anche quel gentiluomo che poggia per terra oggetti, magari delicati, per evitare che si rompano. Uno così, s’immagina come una specie di orso indomabile.

Tant’è. E’ comunque scattata la caccia al ladro-stupratore fantasma, dalle descrizioni fornite, in tutto somigliante al 40enne di Salice. Il quale è stato rintracciato quattro ore dopo e condotto in caserma. E qui, i nodi sono venuti al pettine. Il salicese aveva un alibi di ferro. Quella mattina si trovava a Campi Salentina. Alibi confermato da testimoni sopraggiunti nella serata. L'evento che ha mandato a monte il meticoloso piano è stato un imprevisto impegno di lavoro che lo ha trattenuto, non consentendogli di passare dalla proprietà di F.L., suo conoscente, a Leverano.

La finta molestata, C.M., la finta testimone, F.E., l'adescatore, F.L., e l'amante ferita organizzatrice del piano, S.G., crollati in tarda serata sotto il peso delle loro contraddizioni, sono state denunciati a piede libero in concorso per calunnia.

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