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Cronaca Leverano

Nei guai per evasione uno dei protagonisti del furto di armi nella forestale

Arrestato ieri, oggi ha patteggiato otto mesi nella direttissima Antonio Boris Arcati, 42enne. Aveva un permesso per recarsi al lavoro a Leverano e Nardò, ma si trovava a San Pietro in Lama

SAN PIETRO IN LAMA – Evasione dai domiciliari, arresto convalidato e patteggiamento a otto mesi nella direttissima per Antonio Boris Arcati, 42enne di Leverano. Il suo, un nome che le cronache ricordano bene, visto che legato a uno dei più clamorosi episodi di cronaca degli ultimi anni, un furto di armi in concorso nella caserma della forestale di San Cataldo, marina di Lecce, vicenda per la quale nel 2015 patteggiò quattro anni.

Finito nei guai negli anni successivi anche per altri fatti, Arcati era attualmente sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Da meno di una settimana era riuscito a ottenere il beneficio di recarsi al lavoro in alcune ore specifiche della giornata, a Leverano (dove già risiede) e a Nardò, ma nel primo pomeriggio di ieri è stato sorpreso dai carabinieri della Sezione radiomobile di Lecce a San Pietro in Lama, un comune non certo di passaggio diretto per raggiungere le summenzionate località.

Il controllo è stato del tutto casuale. I militari erano di pattugliamento e si trovavano in quel momento alla periferia di San Pietro, in via Alcide De Gasperio, nei pressi dell’innesto per la provinciale che collega a Copertino, quando hanno deciso di fermare un’autovettura che era in procinto di ripartire, con tre soggetti a bordo: un uomo alla guida e, come passeggeri, Arcati e la sorella di quest’ultimo. Nessuno dei tre aveva addosso qualcosa di sospetto, ma, facendo un controllo sui terminali, si è scoperto che Arcati non avrebbe potuto farsi trovare in luoghi diversi da Leverano e Nardò, e, comunque, solo per motivi di lavoro.

A quel punto è stato condotto in caserma e, sentito il pubblico ministero di turno, Francesca Miglietta, dichiarato in arresto e sottoposto di nuovo ai domiciliari. In sostanza, Arcati avrebbe chiesto un passaggio per recarsi al lavoro, non avendo auto, ma il giro per rientrare sarebbe stato più largo del previsto, con una tappa inattesa. Questa mattina, accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Cosimo D’Agostino, si è trovato di fronte alla giudice Valeria Fedele. E, nella direttissima, ha patteggiato otto mesi, tornando ai domiciliari.

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