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Cronaca

Al Fazzi l'asportazione del polmone è meno invasiva: la tecnica fa "lezione"

Una quindicina tra docenti universitari e chirurghi toracici, provenienti dall’Italia e dall’estero per seguire, al “Vito Fazzi” di Lecce, l’intervento di asportazione di un lobo del polmone senza l’utilizzo del divaricatore costale, che sarà trasmesso allo schermo

LECCE  - L’asportazione di un polmone di un paziente sarà seguito in diretta dagli altri chirurghi, per apprenderne le tecniche. E fra coloro che assisteranno, anche nomi prestigiosi come Thomas Schmid, direttore del dipartimento Trapianti e Chirurgia toracica dell’ospedale universitario di Innsbruck in Austria. Si tratta di un corso di Chirurgia toracica, organizzato dal primario del reparto, Gaetano Di Rienzo (in foto), per il 4 e il 5 novembre. .Gli “allievi”, una quindicina fra docenti universitari e chirurghi toracici, provengono da ogni parte d’Italia e seguiranno l’intervento in diretta, proiettato su uno schermo.

Durante le “lezioni” potranno fare domande ai tre chirurghi salentini che operano: lo stesso Di Rienzo, Camillo Lopez e Corrado Surrente.Siamo gli unici in Italia a fare questi corsi – ha fatto sapere Di Rienzo tramite il comitato “Salute Salento” - La caratteristica è cGaetano Di Rienzo 2-2he nei corsi vengono invitati sempre chirurghi europei, dall’Austria, dalla Danimarca, dalla Spagna.  Mentre noi facciamo i corsi con i nostri chirurghi, perché vogliamo avvalerci della nostra tecnica ed esperienza”.

Il medico, peraltro, è tra i massimi esperti italiani della tecnica “Vats lobectomy”, che consente di eseguire l’asportazione di un lobo del polmone senza l’utilizzo del divaricatore costale. Con questa tecnica, dunque, non è necessario aprire il torace, ma è sufficiente praticare un foro di circa 5 centimetri, e il lobo viene incapsulato ed estratto anche grazie all’utilizzo di una micro telecamera. “Ciò comporta notevoli benefici nel periodo post-operatorio per il paziente, che avverte molto meno dolore rispetto alla tecnica tradizionale a cielo aperto - spiega Di Rienzo - e quindi necessita di meno farmaci antidolorifici, si mobilizza precocemente e viene dimesso in tempi rapidi”.

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