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Cronaca

Lievi segni di attività cerebrale per il bimbo in coma da quattro giorni

C'è una piccola flebile speranza per il bimbo di quindici mesi da quattro giorni in coma nel reparto di Rianimazione dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce. L'ultimo encefalogramma, infatti, eseguito nelle scorse ore, ha evidenziato una, seppur flebile, attività cerebrale

LECCE – C’è una piccola flebile speranza per il bimbo di quindici mesi da quattro giorni in coma nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. L’ultimo encefalogramma, infatti, eseguito nelle scorse ore, ha evidenziato una, seppur flebile, attività cerebrale. Un piccolo segno di speranza per i genitori del bimbo, che continuano a vivere ore di angoscia e di dolore. Il quadro clinico rimane comunque assai grave a causa delle ischemie che hanno colpito l’infante. Le gravissime lesioni subite al termine di una malattia che in pochi giorni lo ha portato al coma, lasciano poche speranze di salvare la vita del piccolo. Il bimbo sarà ora sottoposto ad altri esami strumentali per stabilire l’entità e il tipo di danni cerebrali patiti.

Una triste vicenda su cui sarà la magistratura, chiamata in causa dopo l’esposto presentato dai genitori del bimbo, assistiti dall’avvocato Sergio Signore (che sarà affiancato dal collega Giampiero Tramacere), a fare chiarezza. Il legale della famiglia sta seguendo costantemente gli sviluppi del caso, al fine di valutare quali provvedimenti adottare.

Un incubo iniziato con l’anno nuovo, quando una coppia di Lecce si è accorta che il figlio di quindici mesi aveva la febbre alta che, nonostante la somministrazione di antipiretici, non scendeva. I due hanno quindi deciso di recarsi al pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi”, dove al piccolo paziente sarebbe stata riscontrata un’infezione alle tonsille e prescritta una cura farmacologica da seguire a casa. Il giorno dopo, però le condizioni del bimbo si sarebbero improvvisamente aggravate, tanto da portare a un ricovero d’urgenza.

Nonostante le cure del caso, il quadro clinico del paziente ha continuato a peggiorare, tanto da rendere necessario il trasferimento nel reparto di Rianimazione in stato comatoso, causato da un’ischemia, da cui non si è più ripreso. Gli esami avrebbero riscontrato un’infezione polmonare che, secondo quanto denunciato nell’esposto presentato al magistrato di turno, il sostituto procuratore Roberta Licci, poteva e doveva essere diagnosticata molto prima. Ogni tentativo di rianimare il bimbo, anche attraverso farmaci di ultima generazione, si è rivelato sin qui inutile. Domani per il piccolo potrebbe essere il giorno del tragico epilogo di un male che in poco tempo rischia di strapparlo all’affetto dei suoi cari. 

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