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Cronaca Gallipoli

Lo sbancamento delle dune moltiplica i danni economici

Legambiente e Adoc chiedono ai Comuni rivieraschi e agli operatori balneari di tutelare le spiagge e il paesaggio. Altrimenti, le conseguenze del maestrale, ad esempio, saranno ancora più devastanti

GALLIPOLI - La mareggiata gonfiata dal forte vento di maestrale che da 48 ore sta imperversando sul Salento ha inflitto un duro colpo ad alcuni stabilimenti balneari che hanno perso lo spazio per ombrelloni e lettini. Immediate le lamentele per il danno economico subito all'inizio di una stagione estiva che si preannunciava, stando alle prenotazioni, piuttosto incoraggiante. Non c'è ripascimento che tenga quando il danno è così ingente, quando la natura si riprende, e con gli interessi, ciò che le viene tolto.

Ma le conseguenze sarebbero altrettanto rispettose se l'uomo adottasse tutte quelle precauzioni e misure necessarie per rendere la propria attività meno invasiva? Lo sbancamento di dune, ad esempio, "oltre a distruggere la biodiversità, rende più vulnerabili le nostre spiagge nei confronti dell'erosione naturale del mare e quindi si traduce, nel lungo periodo, in un danno enorme, non solo sotto il profilo ambientale, ma anche economico". Lo sostengono Legambiente e l'Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori della Provincia di Lecce che chiedono alle amministrazioni comunali provvedimenti che tutelino quanto più possibile l'integrità dei luoghi e ai rappresentanti della categoria dei balneari, "sempre pronte a difesa dei concessionari, a sensibilizzare e a responsabilizzare i loro associati sul rispetto delle leggi a tutela dell'ambiente".

Nel caso specifico di Gallipoli, gli ambientalisti hanno chiesto da tempo alle varie amministrazioni l'adozione di un provvedimento di chiusura al traffico del tratto di strada tra Lido San Giovanni e il litorale sud, fino al canale "Li Foggi". Secondo i proponenti, basterebbe l'istituzione di un parcheggio di interscambio, come avviene in tante altre zone d'Italia, per gestire agevolmente i flussi di turisti e residenti che affolleranno le spiagge nel clou dell'estate. Tempo addietro, scrivono Adoc e Legambiente, è stato indetto un concorso di idee "i cui progetti selezionati sembrano finiti in un cassetto in attesa di finanziamento". Certo, la caduta del governo cittadino non depone certo per l'accoglimento della sollecitazione, ma il problema non si cura certo dei tempi della politica.

Anzi, "come prospettiva di medio periodo, è assolutamente necessario dismettere quel tratto di strada, con la rimozione dell'asfalto, la rinaturalizzazione dell'area e il conseguente instradamento dei flussi di traffico veicolare privato su direttrici alternative, meno impattanti sul delicato territorio costiero".

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