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Cronaca

Locale rapinato e incendiato, una sim incastra 25enne

Vito Vitale, 25enne di Arnesano, sarebbe uno dei due autori dell'assalto a Scommettendo.it di via Oberdan, a Lecce. La squadra mobile trovò sul posto un cellulare dual sim. Complice ancora ricercato

LECCE - Erano le 20,30 circa del 28 aprile scorso, quando due individui, recitando un copione inconsueto, fecero irruzione nel centro di scommesse sportive "Scommettendo.it" al civico 108 di via Oberdan, nel pieno centro di Lecce, gestito dal 45enne Maurizio De Luca, mettendo a segno una rapina, culminata, però, con le fiamme appiccate nel locale (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=27271), tanto da provocare seri danni alla struttura interna. Il titolare, cardiopatico, colto da malore, fu condotto in ospedale per accertamenti. Uno dei due presunti autori di quell'anomala rapina è ora finito in arresto. Il complice è ancora ricercato.

Nel carcere di Lecce, da ieri notte, si trova Vito Vitale, 25enne di Arnesano. La squadra mobile di Lecce, guidata dal vicequestore aggiunto Michele Abenante, l'ha inchiodato sulla scorta di vari elementi. A partire da un telefono cellulare, ritrovato sulla scena del crimine.

L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip presso il Tribunale di Lecce Vincenzo Brancato, su richiesta del procuratore aggiunto Antonio De Donno. Vitale risponde di estorsione e rapina in concorso (lui e il complice, con volti coperti, avrebbero costretto il proprietario a farsi consegnare circa mille e 500 euro), d'incendio, per aver dato alle fiamme il locale e di detenzione e porto in luogo pubblico di una pistola, l'arma usata per minacciare De Luca.

Quella sera, quando la polizia giunse sul posto, il proprietario, prima di essere condotto in ospedale da un'ambulanza del 118, a causa di un infarto in corso, diede una sommaria descrizione dei fatti. Spiegò di aver subito una rapina da due individui, entrambi con i volti coperti da un casco integrale. Uno dei due, aggiunse, era anche armato di pistola. Preso l'incasso della giornata, prima di allontanarsi a bordo di uno scooter di grossa cilindrata, i malviventi fecero però qualcosa di particolare, non certo abituale per una comune rapina: cosparsero la sala con del liquido infiammabile, appiccando il fuoco all'intero locale. Le fiamme furono domate dai pompieri del comando provinciale. La polizia scientifica eseguì i rilevamenti.

L'oggetto che ha dato da subito impulso all'indagine fu trovato sul marciapiede, nelle vicinanze del locale: un telefono cellulare dual-sim. Uno dei due intestatari è risultato proprio Vito Vitale, giovane di Arnesano. L'altro, una persona che sarebbe estranea ai fatti. La polizia ha anche ascoltato altre persone che avrebbero potuto fornire indicazioni, fra cui passanti testimoni dell'assalto, ma è stato proprio il cellulare, l'elemento che, ovviamente, ha offerto gli spunti maggiori.

La polizia ha subito svolto due perquisizioni domiciliari, presso Vitale e l'altro intestatario. Quest'ultimo è stato trovato in casa, ha fornito un alibi inattaccabile e la perquisizione non ha fatto emergere nulla di particolare. Condotto in questura, ha poi confermato di aver attivato una delle due schede telefoniche. Diversa, invece, la posizione di Vitale. Tanto per cominciare, non è stato rintracciato nella sua abitazione. La madre non sapeva dove fosse. Le ricerche sono continuate senza sosta fino al giorno successivo, anche presso l'abitazione di una sua conoscente e nei locali pubblici solitamente da lui frequentati. Senza esito. Tornati nell'abitazione di Vitale, la madre ha riferito agli agenti di aver provato a chiamarlo sull'utenza telefonica (coincidente con quella della sim rinvenuta sul luogo del fatto), senza riuscire ad avere sue notizie.

Acquisiti i tabulati, gli investigatori della squadra mobile, attraverso l'analisi delle celle impegnate e della durata delle conversazioni, sono riusciti a ricostruire gli spostamenti di Vitale in corrispondenza dell'ora della rapina. Sostanzialmente, la tecnologia confermerebbe i movimenti: il 25enne si sarebbe spostato dalla sua abitazione giungendo, verso le 20,15, in via Oberdan, proprio nei pressi della sala giochi incendiata.

Le circostanze che permettono oggi di puntare l'indice verso Vitale sono dunque diverse: il cellulare rinvenuto a pochi metri dal locale preso di mira, con la sua scheda all'interno (l'apparecchio, probabilmente, è stato smarrito nel corso della concitata fuga); il percorso individuato con l'analisi delle celle; la circostanza che Vitale non abbia sporto denuncia di smarrimento del telefonino; la descrizione fisica degli autori della rapina, fornita sia da De Luca, sia da altri testimoni, compatibili con le caratteristiche fisiche e somatiche del giovane. Restano, ovviamente, ancora tanti i nodi da sciogliere.

Il procuratore aggiunto, fra i capi d'imputazione, ha evidenziato l'ipotesi di un'estorsione. Questo lascia presagire scenari diversi da una normale azione criminale per arraffare qualche spicciolo. Ma le indagini, sotto questo profilo, sono tutte da sviluppare.

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