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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Lotta al tumore al seno. Due giorni per rilanciare il tema della prevenzione

A Lecce da venerdì 6 a sabato 7 luglio, si terrà il terzo Gran galà per la senologia "Ensemble per vincere". L'intento è sensibilizzare sul tema in un settore, che vede morire al mondo per la patologia 400mila donne all'anno

LECCE - Venerdì 6 e sabato 7 luglio la Casa di cura “Petrucciani”, l’associazione nazionale italiana senologi chirurghi, l’istituto europeo di oncologia, con la direzione scientifica di Luigi Manca, il coordinamento esecutivo della International show publicity organizzano a Lecce il “terzo Gran galà per la Senologia (Ensemble per Vincere)”.

Si tratta di un evento scientifico e mediatico di rilevanza nazionale, che si pone l’intento di far comprendere l’importanza della “prevenzione” (parola magica per ogni tipo di patologia), di vitale importanza per i tumori alla mammella. Troppi, infatti, sono i fattori in campo che determinano, invece, una situazione diversa da quella ideale, come nozioni non corrispondenti alla realtà, pregiudizi atavici, percorsi d’indagine complessi, difficoltà a penetrare il tessuto sociale con informazioni adeguate.

Solo la “precocità delle indagini” si è dimostrata universalmente l’arma più efficace da contrapporre alla malattia e quindi prevenendo la formazione di grosse masse tumorali si riesce ad ottenere un’alta  percentuale di guarigioni  dei tumori al seno. Visto il lusinghiero successo di pubblico e di gradimento delle due edizioni precedenti, verrà replicata la stessa formula, escluso il “Congresso sulla senologia Terra d’Otranto”, che dal 2013 diventerà biennale ed internazionale.

La parte scientifica dell’evento, dal 2013 si svolgerà con la presenza di eminenti relatori nazionali ed internazionali ed il premio “Senologo per passione” sarà costituito da due sezioni per l'appunto: “nazionale” ed “internazionale”. La giornata di venerdì 6 luglio vivrà il momento dell’incontro-dibattito del pomeriggio, che inizierà alle ore 19 presso l’Hotel Tiziano di Lecce, nel quale si toccherà il tema della sessualità vissuta sempre con molto pathos dalle donne che hanno subito un intervento al seno.

Parleranno senologi e psicologi oltre ad alcune donne che hanno toccato con mano la poco piacevole esperienza del tumore al seno. Moderatore del dibattito il chirurgo senologo Viviana Galimberti (I.e.o di Milano). A completamento dell’argomento, ci saranno esperte in cosmetologia che forniranno validi consigli sul come curare l’aspetto esteriore della propria persona.

Sabato 7 luglio, in un caleidoscopio di artisti, ci sarà una serata dalle 21, in piazza Libertini a Lecce: “Apluvia small orchestra”, diretta da Silvestro Sabatelli, “Uccio De Santis” comico cabarettista, “Alessandra Ferrari” soprano, “Francesco Libetta” concertista, “Co-Exist” balletto, “Giampiero Perrone e Pino Fanciullo” sax e pianoforte, “Le 13” trio di chitarre, Tony Brian Guerra pianoforte, “Dhamm” gruppo, “I Cantori di Ippocrate” coro, “Ninfa Fersini” balletto e tanti altri ancora, con la conduzione di Giusy Faggiano e Gianfranco Delle Rose.

Nel corso della serata sarà consegnato il 3° Premio “Senologo per Passione 2012”, che verrà conferito a Francesco Schittulli, esimio senologo pugliese particolarmente distintosi nell’ambito della senologia nazionale e mondiale. Doverosa a questo punto qualche precisazione numerica sui dati del tumore al seno: ogni anno al mondo vengono diagnosticati più di 1 milione di nuovi casi e 400mila donne muoiono per questa malattia, il 40%. Nei paesi ad economia avanzata, una donna su 100 si ammala entro i 45 anni, due su cento entro i 50 anni e altre 8 su 100 fra i 50 e gli 80 anni.

Nel 2007, in Europa l’incidenza del tumore al seno è stata di oltre 280mila nuovi casi e la mortalità di circa 75mila casi. In Italia ogni anno si ammalano di tumore al seno circa 40mila donne, un dato che rappresenta il 20-25% di tutti i tumori maligni femminili. Sta cambiando l’età in cui il tumore al seno si manifesta: il 30% circa prima dei 50 anni, il 45% tra i 50 e i 70, il 25% dopo i 70 anni. Sempre in Italia il tumore al seno rappresenta la causa di morte fra le donne comprese tra i 35 ed i 45 anni, grazie agli screening e alle diagnosi precoci la mortalità è leggermente in diminuzione ma ad oggi ogni anno sono almeno 12mila le donne che muoiono e questa cifra testimonia l’elevato rischio di mortalità della malattia.

Il presidente della Lilt (Lega italiana per la lotta ai tumori), Francesco Schittulli, recentemente ha presentato una ricerca che ha stimato i costi del tumore al seno: tra i 30 ei 40 mila euro per ogni singola tipologia di cancro mammario, in relazione alla gravità della malattia, alle eventuali complicazioni, alla complessità e durata del previsto ciclo di terapia. La stima considera anzitutto i costi medico-sanitari diretti e indiretti, che sono rimborsati dal servizio sanitario nazionale per l’86%.

Ma considera anche i costi non propriamente sanitari, quelli non direttamente legati alla malattia: trasferte e spostamenti che spesso coinvolgono anche familiari a i più stretti parenti delle pazienti, la diminuzione del reddito familiare legata alla forzata astensione dal lavoro e infine gli oneri derivanti da una diversa gestione dell’economia domestica in relazione all’inabilità della donna a svolgere il proprio essenziale ruolo all’interno della famiglia.

Al di là del pur rilevante impatto economico e dei costi a carico della collettività, il tumore al seno, secondo il presidente della Lilt, rappresenta una vera e propria patologia sociale e una priorità per la sanità pubblica. Si tratta di una patologia da fronteggiare allora con strumenti più adeguati, più tecnologicamente avanzati, più organizzati nel panorama delle varie figure che concorrono alla individuazione e alla cura del tumore al seno. La figura del chirurgo senologo è al vertice di questa organizzazione, essendo la sua azione l’atto, decisivo, dell’intervento sul tumore al seno. È dal 2004 che si cerca di dare al chirurgo senologo una sua precipua identità.

L’associazione nazionale italiana chirurghi senologi, da anni, si sta prodigando per istituire una specializzazione chirurgica in senologia che garantisca la formazione di chirurghi dedicati e ne riconosca al contempo la qualifica. Al momento il chirurgo senologo è ancora un ibrido o un fantasma che si aggira nelle corsie di altre unità operative alla ricerca di uno spazio e di una identità.

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