Lotta alla mafia, Ingroia: "Vent'anni dopo siamo quasi al punto di partenza"
Nel Salento per intitolare un istituto a Falcone e Borsellino, il procuratore antimafia ha denunciato la sottovalutazione della ramificazioni finanziarie e il carattere interclassista della criminalità organizzata
SOLETO - Vive sottoscorta da anni, ha la responsabilità di alcuni tra i più complessi procedimenti contro la criminalità organizzata, ma trova anche il tempo di andare in giro per l'Italia per ribadire la necessità di una attenzione costante e di un impegno civile per arginare le mafie che con sempre maggiore prepotenza penetrano nel tessuto economico e sociale del paese. Antonio Ingroia è procuratore presso la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ed è stato l'allievo prediletto di Paolo Borsellino, barbaramente assassinato dalla mafia nel luglio di quel tragico 1992. Due mesi prima la strage di Capaci aveva strappato dalle loro vite l'altra figura simbolo della lotta alla mafia, Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, tra cui Antonio Montinaro, di Calimera.
Questa mattina c'era anche la sorella di Montinaro, Matilde ad accogliere il procuratore palermitano invitato dal Comune di Soleto ad incontrare i ragazzi del locale istituto comprensivo che, da oggi, è intitolato proprio a Falcone e Borsellino. Nel corso della manifestazione si è anche discusso dell'ultimo libro di Ingroia, "Il labirinto degli dei" (un altro, "Palermo", è atteso nelle prossime settimane") , nel quale il magistrato srotola la matassa dei ricordi, umani e professionali, profondamente legati all'esperienza fianco a fianco con Paolo Borsellino. Da tempo Ingroia - che si è autodefinito partigiano della Costituzione - è impegnato in un'opera di divulgazione, con particolare preferenza per le fasce più giovani della popolazione, dell'azione antimafia della magistratura.
Diversi e suggestivi gli aspetti della questione venuti a galla nel corso della presentazione. A fare gli onori di casa - oltre al sindaco Elio Serra, alla preside Maria Rita Zitani e alla dirigente scolastica provinciale Marcella Rucco - anche il procuratore Elsa Valeria Mignone, della Dda di Lecce, titolare di alcuni delicati fascicoli come quello di Nino Padovano, freddato nel settembre del 2008 a Gallipoli. Mafia militare e mafia finanziaria, connivenze, silenzi assordanti. Cosa è oggi la mafia? Quanto è consapevole il paese dell'estrema complessità non solo di un'organizzazione strutturata e ramificata oramai in tutto lo stivale, ma anche di una mentalità paramafiosa che - in assenza di fatti di sangue eclatanti - favorisce la diffusione di pratiche illegali, ogni giorno, nel settore degli appalti, dei servizi, delle attività produttive?
"Vedo un difetto di percezione rispetto a ciò che è la mafia oggi", ha dichiarato Ingroia aggiungendo che nessuna categoria professionale, nè segmento della società è immune dal contagio della criminalità. "Ci sono architetti, medici, ingegneri, politici e avvocati: pensate che al posto dei Graviano, a Palermo, ad un certo punto ha preso in mano le redini un chirurgo, Giuseppe Guttadauro". Una mafia "interclassista", insomma, dove il killer è solo una delle molteplici facce. Si è definito anche un inguaribile ottimista, il procuratore Ingroia, ma non ha potuto fare a meno di ricordare alcune parole "profetiche" di Giovanni Falcone. "Una volta disse che occorreva un morto eccellente ogni anno per mantenere viva quella spinta emotiva del paese che tanto ha significato in alcuni momenti della guerra alla mafia", ha ricordato il procuratore arrivato da Palermo sottolineando che "per certi versi, dopo 20 anni siamo ancora al punto di partenza".
E non è nemmeno d'accordo con i toni trionfalistici usati talvolta da uomini dello stato - e il riferimento all'ex ministro Maroni è esplicito - rispetto alla presunta vittoria sulla mafia dopo la raffica di arresti che negli ultimi anni hanno consentito di assicurare alla giustizia quasi tutti i più ricercati latitanti, nè ha apprezzato alcune fiction televisive che, in fondo, dei boss o dei peggiori criminali, raccontano un lato romanzesco di rischia di essere percepito, tuttavia, con una qualche forma di empatia da parte dei telespettatori, sottoposti da anni - ha detto - ad un processo di "analfabetizzazione o di anestesia totale".
Una massiccia dose di applausi è stata riservata a Elsa Valeria Mignone quando ha fatto riferimento all'insensatezza di alcune decisioni istituzionali con specifico riferimento ai parchi costieri voluti - "non si capisce perchè" - a macchia di leopardo. Un tema, evidentemente, quello della tutela ambientale, molto sentito nelle comunità locale che sta assistendo da tempo all'invasione del proprio territorio da parte delle distese di pannelli fotovoltaici. Tra le autorità presenti, in rappresentanza del questore di Lecce, Vincenzo Carella, il vice Raffaele Attanasi. Praticamente assenti le istituzioni politiche: il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, che era nella lista degli invitati, ha mandato una comunicazione per scusarsi della mancata partecipazione a causa di concomitanti impegni sopraggiunti.