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Cronaca

Maglie-Otranto e regionale 8, tempi biblici e lavoratori esasperati

I 300 lavoratori del Gruppo Palumbo sono da tre anni in cassa integrazione. Dopo il vertice in Prefettura, i sindacati denunciano: "Basta scuse, le istituzioni e gli enti appaltanti rispondano alle proprie responsabilità"

LECCE - È un’altra ferita inferta alla dignità e alla fiducia dei lavoratori l’esito dell’incontro tenutosi questa mattina, giovedì 1° marzo, nella sede della Prefettura di Lecce. Un incontro richiesto con urgenza, ma con un preavviso ragionevolmente ampio, da Cgil Cisl e Uil e dai Sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Lecce per discutere della grave situazione di stallo in cui versano i lavori affidati al Gruppo Palumbo, azienda del settore edile che ha alle proprie dipendenze 300 lavoratori in cassa integrazione da ormai tre anni.

All’incontro avrebbero dovuto partecipare gli enti appaltanti, Anas e Regione Puglia, e i rappresentanti dell’azienda. Condizione necessaria, richiesta dai sindacati al prefetto, per comprendere le ragioni reali di un così grave ritardo nell’avvio dei lavori per il rifacimento del tronco Maglie-Otranto della strada statale 16 e per la cantierizzazione della regionale 8. Due opere per le quali, non senza difficoltà, sono stati sbloccati i finanziamenti e avviate tutte le procedure, ma le cui cantierizzazioni restano, ad oggi, al palo. L’incontro di oggi si è concluso, però, con un nulla di fatto per i lavoratori, anche perché gli enti appaltanti non sono stati convocati dalla Prefettura. Assente anche l’azienda che ha inviato al tavolo soltanto una breve relazione scritta dei fatti. 
 
Una situazione incomprensibile, se si tiene conto che tra le cause di questi ritardi ci sono lungaggini burocratiche e una lentezza sconcertante nell’espletamento di procedure già autorizzate. Per fare l’esempio più eclatante: quello del trasferimento degli ulivi monumentali presenti nel percorso dei lavori. Nonostante sia tutto pronto per avviare le autorizzazioni, i tempi si stanno allungando a tal punto che siamo arrivati ormai al limite per procedere con le operazioni. L’espianto degli alberi di ulivo infatti è consentito soltanto durante il periodo di riposo vegetativo delle piante, cioè nella stagione autunno-invernale, fino al mese di marzo. Se queste scadenze dovessero essere superate, occorrerà attendere l’autunno prossimo. Nel frattempo che risposte si dovrebbero dare ai 300 lavoratori e alle loro famiglie che da quasi tre anni affrontano il dramma della crisi economica sopravvivendo, con un’indennità della cassa integrazione che si aggira intorno alle 500 euro mensili?
 
I sindacati chiedono alle istituzioni interessate e agli enti appaltanti, in primis Regione Puglia, Provincia di Lecce e Anas, di rispondere con la sollecitudine che il caso richiede. “Non ci sono più scuse per lasciare in questa incredibile situazione centinaia di lavoratori, ormai arrivati a uno stato di esasperazione difficilmente contenibile”.
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