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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Miggiano

Figli violenti, minacce per ottenere soldi: in due finiscono in carcere

Due casi molti simili avvenuti nello stesso giorno nel Capo di Leuca: in arresto un 21enne di Miggiano e un 32enne di Alessano

LECCE – Provocazioni e offese, le mura di casa trasformate in un incubo per famiglie disperate. Fino alla decisione estrema dei genitori, di sporgere denuncia ai carabinieri. Erano ormai esausti dalle continue sfide, da paure e ansie accumulate. E, per una circostanza del tutto fortuita, nella stessa giornata militari dipendenti dalla compagnia di Tricase sono dovuti intervenire per arrestare e portare in carcere  giovani i cui atteggiamenti si erano fatti fin troppo violenti.

Uno di questi è ben noto alle cronache, nonostante la sua giovane età. Simone Rubesa, 21 anni appena, nativo di Treviso ma residente a Miggiano, ha alle spalle un patteggiamento a due anni, con pena, per rapina in concorso. Alla fine di aprile del 2015, s’introdusse con altri tre complici nell’abitazione di un’anziana, peraltro fallendo nell’impresa.

RUBECA SIMONE. (1)-2Pena sospesa: significa che era libero. E costantemente senza soldi. Tanto da arrivare a chiederne sempre più spesso alla madre. Questo, il quadro rappresentato ai militari. Fin quando la madre, ormai esausta, viste le pretese, avanzate con furiose minacce, non ha deciso di dire “basta”.

All’arrivo a tarda ora dei carabinieri della stazione di Specchia in casa, Rubesa avrebbe reagito con forza, divincolandosi: nessuna intenzione di seguirli in caserma. E così, al reato di estorsione aggravata e continuata, dovrà aggiungere anche quello di resistenza a pubblico ufficiale.

Il giovane di Miggiano, dunque, è finito in carcere, dove nel frattempo è stato raggiuto anche da Fabio Toma, 32enne di Alessano. I carabinieri della stazione alessanese sono intervenuti nell’abitazione in cui vive con i genitori che, spaventati, hanno chiamato il 112 quando lui, al culmine di una lite (l’ennesima e per motivi pressappoco simili a quelli di Rubesa), avrebbe impugnato un bastone, minacciando di pestarli.

In questo caso, i militari sono riusciti a calmarlo e a condurlo in caserma senza dover affrontare uno scontro come i colleghi della caserma di Specchia. E qui, sentito il pm di turno, Stefania Mininni, si è deciso di procedere con l’arresto. Toma risponde di maltrattamenti in famiglia aggravati e continuati. Peraltro, ha un precedente che risale al 2014. In quel caso, minacciò i genitori con un coltello. E anche quella volta finì in arresto.

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