Condannato pure per maltrattamenti l’uomo che evase e salì col suv in piazza
E’ di 3 anni e 4 mesi di reclusione la nuova pena inflitta al 47enne di Lequile che sei mesi fa patteggiò per evasione e resistenza a pubblico ufficiale
LEQUILE - Una nuova condanna è stata inflitta a Carmelo De Leo, il 47enne di Lequile divenuto noto per le sue spericolate manovre compiute lo scorso agosto alla guida del suo suv sul quadrilatero di piazza Mazzini, a Lecce.
E’ di 3 anni e 4 mesi di reclusione, la pena che gli è stata inflitta ieri, nel processo discusso col rito abbreviato, dalla giudice Alessandra Sermarini, nel quale la pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Alessandro Prontera aveva invocato 4 anni e mezzo.
Assistito dall’avvocato Roberto Pascariello, l’uomo rispondeva del reato di maltrattamenti in famiglia, nell’ambito di un’inchiesta che il 20 agosto del 2022 sfociò nel suo arresto ai domiciliari. Proprio qualche ora dopo che i carabinieri gli notificarono l’ordinanza di custodia cautelare, lui evase e con l’auto attraversò la piazza del capoluogo, proprio come aveva fatto due giorni prima. Solo che l’ultima bravata gli costò il carcere (ora è ai domiciliari) e un processo per direttissima per evasione e resistenza a pubblico ufficiale terminato lo scorso settembre con un patteggiamento a due anni e mezzo.
Riguardo al giudizio di ieri, De Leo era accusato di aver reso un inferno la vita della ex coniuge, sia durante il periodo di convivenza che in quello successivo alla separazione, di cui non si sarebbe capacitato, dal 2018 fino al gennaio del 2022, quando sarebbe arrivato a pedinarla, ad appostarsi più volte al giorno sotto la sua abitazione , e a inviarle numerosi messaggi assillanti e a sfondo minatorio di questo tipo: “... Senti bella mia, forse non hai capito che tu dici a me di smetterla ma ti pensi che io ho paura di te o dei carabinieri, della polizia, della finanza, dello stato, ma che ti pensi che io ho paura?.
Non appena saranno depositate le motivazioni, il legale valuterà il ricorso in appello.