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Cronaca Martano

Martano: 1° maggio a Kurumuny fra musica e arrosti

L'Associazione Ernesto de Martino e Kurumuny edizioni, organizzano un 1 maggio tra musica, incontri e solidarietà. Interverrà il premio Nobel per la pace Rigoberta Mench

L'Associazione Ernesto de Martino e Kurumuny edizioni, in collaborazione con Comune di Martano, Provincia di Lecce e Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, organizzano un 1 maggio tra musica, incontri e solidarietà. La festa dei lavoratori parte a Martano in campagna, località Kurumuny, con una lunga giornata tra canti, balli, fumi, arrosti, mostre di fotografie, letture e proiezioni. Interverrà il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù, ospite di Salento Negroamaro, rassegna delle culture migranti della Provincia di Lecce.

Nata nel villaggio San Miguel de Uspantàn, del Dipartimento del Quiché (parte nord-occidentale del Guatemala) il 9 gennaio del 1959, Rigoberta Menchù fin da piccola lavora nei campi dei latifondi, crescendo tra discriminazione, sfruttamento, repressioni, ignoranza e desiderio di riscatto contro gli abusi dei militari ai danni dei campesinos ed ogni forma di dominio straniero. A soli 20 anni è già nell'organizzazione sindacale del Cuc (Comitato di Unità Contadina) e comprende subito che la liberazione non può avvenire se non attraverso l'apprendimento della lingua, la non violenza, l'istruzione.

Per questo suo volere di giustizia sociale, il vescovo primate del Guatemala, Juan Gerardi, quando, nell'aprile del '98 tre giorni prima di essere assassinato, consegnò il rapporto della Chiesa cattolica sul genocidio in Guatemala, scelse la Menchù come una delle rappresentanti delle famiglie-simbolo di questa tragedia. Rigoberta Menchù, fuggita non ancora ventenne dal suo Paese, incominciò a lavorare subito per la pacificazione con i Cuc. Nel 1983, invitata in Europa da organizzazioni umanitarie per testimoniare la sua vicenda, raccontò ad Elisabeth Burgos non solo la drammatica esperienza personale vissuta , ma anche i segreti maya che avevano permesso al suo popolo di sopravvivere a cinquecento anni di conquista. Dal 1986 diventa membro del Consiglio dell'ONU per i diritti degli indios e nel 1992, 500 anni dopo la scoperta dell'America, a Stoccolma le viene assegnato il premio Nobel per la pace, in riconoscimento della sua attività e del messaggio civile e di giustizia sociale che rappresenta.

Attualmente ricopre il ruolo di ambasciatrice di Buona Volontà per la Cultura della Pace presso l'Unesco, ed la sua è una delle più coraggiose voci di donna che si alza, anche in campo internazionale, contro l'emarginazione e l'ingiustizia sociale, politica, culturale delle minoranze etniche. Anche grazie alla sua opera, e a quella di quanti l'hanno sostenuta, il Guatemala è il primo vero esempio di pacificazione, dimostrando che la resistenza sviluppata con un paziente lavoro di formazione delle coscienze è superiore alla mera lotta armata. Dal tramonto in Largo Bocciodromo (via Trento) sempre a Martano spazio alla musica con Ivan della Mea, SalentOrkestrA e Banda Popolare Fiati Sprecati.

Ivan della Mea, il cui vero nome è Luigi, è nato a Lucca nel 1940 ma si è trasferito in giovanissima età a Milano, divenendo un cantante e un autore milanese anche per la scelta linguistica (sue sono tra le più belle ballate contemporanee in dialetto milanese, come "El me gatt", "Ringhera", "Teresa mio dio tu sei bella", "La ballata dell'Ardizzone"). Protagonista assoluto della "Nuova canzone politica" italiana degli anni '60 e '70 (sua è anche "O cara moglie"), assieme a Alfredo Bandelli, al Canzoniere Pisano, a Fausto Amodei, Emilio Liberovici, Giovanna Marini e tanti altri, non è senz'altro conosciuto come meriterebbe. Le sue canzoni politiche (spesso comunque dei capolavori a prescindere da qualsiasi opinione) hanno però forse "oscurato" delle bellissime canzoni d'amore e di vita. È ancora attivo, ed ha pubblicato recentemente due album ("Ho male all'orologio" del 1997 e "La cantagranda" del 2000).

SalentOrkestrA è un progetto che nasce con l'obiettivo di proporre composizioni originali e musiche tradizionali salentine nel contesto più ampio della cultura musicale del mediterraneo. La grande forza del gruppo sta nel riproporre l'anticha pizzica pizzica con una nuova ed esplosiva energia dove il virtuosismo strumentale colora sapientemente il ritmo incalzante ma rispettoso della danza. Sul palco Marco Tuma ( fiati), Giancarlo Paglialunga (tamburi a cornice, voce), Dario Muci (bouzouki, chitarra, voce), Redi Hasa ( violoncello), Massimiliano Morabito (organetto).

Nel settembre del 2000 un gruppo di amici con tendenze musicali eterogenee ma una comune passione per le Bande e per le enormi potenzialità che esse offrono, dà vita ai Fiati Sprecati che ben presto si orientano verso un repertorio di ricerca della canzone italiana beat anni 60-70, arricchita da fraseggi swing e da lievi pennellate di easy-jazz, con evidenti strizzate d'occhio ai ritmi balcanici e alle sonorità dell'est europeo, componenti non secondarie nella formazione musicale di ogni Fiato Sprecato. Il risultato ottenuto, di immediato e coinvolgente approccio emozionale, è il frutto anche delle influenze stilistiche legate alla provenienza geografica dei Fiati Sprecati: abruzzesi, pugliesi, veneti, sardi, siciliani, emiliani, lombardi, tedeschi, americani e francesi, oltre naturalmente agli indigeni toscani e ai giramondo. Questa Street Band ha il suo laboratorio all'interno del C.P.A. Centro Popolare Autogestito - Firenze Sud , scelta non casuale, ma concordante con la funzione culturale e di aggregazione sociale che riveste il CPA: riferimento indispensabile del quartiere Gavinana, di Firenze e di tutta la Toscana. La marchin' band fiorentina si è esibita in grandi città e piccoli paesi, in Centri Sociali, per le strade e nei quartieri popolari di Parigi, Monaco, in Serbia, a Milano, Roma, Vicenza, Genova, in Campania, Abruzzo .... e ovviamente in borghi e piazze della Toscana e di Firenze in cui vivono.

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