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Cronaca Martano

Martano: LA "CATENA DELLA DISCORDIA" TORNA PROTAGONISTA

La catena di Via Roma che aveva sollecitato la polemica tra il sindaco e il parroco torna a far discutere, ma questa volta non per gli stessi protagonisti. Una sentenza del Tar boccia il provvedimento

Non c'è pace a Martano nella querelle tra il sindaco e il parroco locale. Ma questa volta non sono i contendenti in prima persona a scontrarsi. Perché, a mettersi in mezzo tra i due ex litiganti, ricondotti alla pace del vescovo di Otranto, c'è il Tar di Lecce, che ha accolto il ricorso di Antonio Paolo Greco, residente in via Roma, dove sorge la "catena della discordia", e dei due avvocati Roberto e Carlo Caracuta, che avevano a loro volta richiesto la rimozione di catena e paletti. L'avvocato Carlo Caracuta ha spiegato come l'ordinanza del sindaco Micaglio perseguisse l'obiettivo di inibire l'ingresso di veicoli non autorizzati su via Roma, ma che già prima "il passaggio veicolare su via Roma era totalmente inibito da un segnale di divieto di transito".

L'ordinanza in sé, per l'avvocato con trascorsi da vice sindaco nella passata amministrazione di segno opposto, sarebbe "illegittima", visto che il sindaco l'aveva giustificata sostenendo che su via Roma, soprattutto nelle ore serali e notturne, transitassero abusivamente numerosi veicoli che mettevano a repentaglio l'incolumità dei pedoni, in una strada stretta e sprovvista di marciapiedi; tuttavia, "la stessa ordinanza -sostiene- consentiva comunque l'accesso ai residenti, ai veicoli per il carico e scarico merci e ai veicoli d'emergenza, dall'incrocio di via Roma con via Assunta, omettendo di rilevare che i veicoli, una volta entrati in via Roma, per abbandonarla devono compiere la manovra in retromarcia".

E precisa: "L'ordinanza è illegittima in quanto, secondo il Testo Unico per gli Enti Locali, il sindaco non può emettere simili provvedimenti se non sono urgenti. La loro competenza è del dirigente di settore, e cioè, dell'Ufficio Tecnico". In seguito all'ordinanza del sindaco, si era costituito tra l'altro un comitato "Via Roma senza catene" che aveva raccolto 346 firme per la riapertura della strada.

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