rotate-mobile
Cronaca

Massacro di Porto Cesareo, convalidato il fermo. Il gip: no alla perizia psichiatrica

E' stato convalidato il fermo di Vincenzo Tarantino, il 51enne originario di Manduria (ma residente da tempo a Porto Cesareo), accusato del duplice omicidio di Luigi Ferrari, 54 anni, e di sua moglie, la 55enne Antonella Parente, i coniugi massacrati nella loro abitazione alle prime luci dell'alba di martedì. Il gip Antonia Martalò ha inoltre rigettato la richiesta di sottoporre a perizia psichiatrica il 51enne

LECCE – E’ stato convalidato il fermo di Vincenzo Tarantino, il 51enne originario di Manduria (ma residente da tempo a Porto Cesareo), accusato del duplice omicidio di Luigi Ferrari, 54 anni, e di sua moglie, la 55enne Antonella Parente, i coniugi massacrati nella loro abitazione alle prime luci dell’alba di martedì. Il gip Antonia Martalò ha inoltre rigettato la richiesta di sottoporre a perizia psichiatrica il 51enne, per stabilire la capacità di intendere e di volere, presentata dal legale dell’uomo, l’avvocato Sandro Coccioli. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, che ha seguito in prima persona le indagini.

Così come nel corso del fermo operato dai carabinieri martedì pomeriggio, l’uomo è parso stranito, e ha raccontato di non ricordare nulla di quella folle mattinata di sangue. Un vero massacro quello compiuto in via Vespucci, una strada periferica di Porto Cesareo, nell’abitazione dei coniugi Ferrari. Ben trenta, infatti, i colpi inflitti con un martello, secondo quanto stabilito dall’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Vaglio, a Luigi Ferrari. L’uomo, con ogni probabilità, ha cercato di difendersi dalla furia omicida di Tarantino. Una decina, invece, quelli che hanno spezzato la vita della donna. Uno spettacolo atroce quello che si è materializzato dinanzi alla figlia della coppia, la prima a scoprire i corpi dei genitori riversi in un lago di sangue, con i volti devastati dalle martellate subite.

Il fermo di Vincenzo Tarantino è giunto poche ore dopo il duplice omicidio, grazie all’abilità investigativa e alla grande competenza degli uomini dell’Arma: il colonnello Saverio Lombardi, comandante del Reparto operativo; il capitano Biagio Marro, a capo del reparto investigativo; e il comandante della compagnia di Campi Salentina, il maggiore Nicola Fasciano. Le indagini intanto proseguono per acquisire ulteriori elementi in un quadro indiziario comunque già abbastanza articolato e piuttosto chiaro.

Quello di Tarantino, del resto, non è certo un volto estraneo per la famiglia Ferrari: è l’ex convivente di una nipote della coppia ferocemente assassinata, con cui aveva avuto screzi e attriti, ritenendo la Parente la causa della fine della relazione con la sua ex compagna. Oltre a cercare Tarantino, i carabinieri hanno sentito un amico del presunto assassino, che lo aveva ospitato due giorni prima. A lui Tarantino aveva già raccontato di voler effettuare un furto nell’abitazione della coppia, dove nella cassaforte erano custoditi i soldi per le spese relative al matrimonio del figlio. Martedì, poco dopo le 4, il 51enne si è recato dall’amico, invitandolo ad accompagnarlo. Dinanzi al rifiuto dell’uomo, ha deciso di recarsi da solo a casa dei Ferrari, portando con sé una scala e gli attrezzi per scassinare la cassaforte, convinto che a quell’ora in casa non ci fosse nessuno. Invece, con ogni probabilità, la coppia è stata svegliata dall’irruzione dell’uomo. In Tarantino, che in corpo aveva una dose massiccia di cocaina, è scattata una furia omicida: ha aggredito la coppia con uno scalpello e un martello. Poi, terminata la mattanza, con gli stessi oggetti ha scardinato la piccola cassaforte incassata nella parete contenente qualche migliaio di euro, come se nulla fosse.

Cassaforte che ancora non è stata recuperata e su cui si concentrano le ricerche degli investigatori. Saranno invece gli specialisti del Ris a esaminare tutte le tracce biologiche presenti sul luogo dell’omicidio e nel b&b di Avetrana dove l’uomo si era rifugiato e in cui gli sono stati recuperati dei vestiti insanguinati e delle lenzuola macchiate di sangue. Saranno esaminati anche i reperti rinvenuti sotto le unghie delle vittime, che potrebbero aver ferito l’assassino durante la colluttazione (Tarantino presenta sul corpo evidenti segni di lotta). Dall’esame della scena del crimine risulterebbe evidente che sia stata una sola persona ad agire, anche se saranno le prove scientifiche a stabilirlo con certezza. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Massacro di Porto Cesareo, convalidato il fermo. Il gip: no alla perizia psichiatrica

LeccePrima è in caricamento