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Cronaca

Medaglie d'onore: i soldati salentini che l'8 settembre si opposero ai tedeschi

Pagarono con sofferenze e lunga prigionia la scelta di non collaborare. A tre salentini il riconoscimento concesso dal presidente della Repubblica

LECCE - Nella celebrazione del Giorno della Memoria presso la prefettura leccese il principale protagonsita è stato Donato De Pascalis, 97enne di Miggiano. Per lui una Medaglia d'Onore su concessione del presidente della Repubblica. Come migliaia di altri italiani, è stato deportato in Germania dopo l'armistizio, per aver scelto di combattere l'esercito tedesco.

L'8 settembre del 1943 si trovava a Creta, dopo alcuni giorni viene catturato e fatto prigioniero. Insieme ad altri commilitoni, fu messo su un carro bestiame destinato in Germania, dove giunse passando dall’Ungheria. Ci vollero 17 giorni di viaggio, senza mangiare, tra i pidocchi. Fino al 10 aprile del 1945, giorno della liberazione, rimase nel campo di concentramento di Essen. 

Sono state consegnate delle medaglie anche ai familiari di altri due ex militari: uno è Antonio Pierri, classe 1921, caporal maggiore di Artiglieria, originario di Ugento. Di stanza con l’Esercito in Albania, vi rimase fino all’armistizio. Anche lui decise di opporsi ai tedeschi, ma il 10 settembre venne catturato e condotto in un campo di concentramento a Thorn. Durante il periodo della prigionia fu impiegato di carbone tra molte sofferenze e vessazioni. L’Armata Rossa lo liberò nell’aprile del 1945 e dopo un lungo viaggio a piedi tornò a Ugento, il paese natale.

L'altro è Giovanni Serra, leccese nato nel 1920: ricevette la chiamata alle armi nel febbraio del 1942, partecipando dal giugno del ’43 alle operazioni di guerra in Grecia e Albania. Il 9 settembre venne catturato ad Atene e inviato nel campo di prigionia di Bonn come internato militare. Destinato al lavoro coatto, fu impiegato in una fabbrica di mattoni. Il 16 ottobre del 1945, quasi sette mesi dopo la fine ufficiale del conflitto, fu liberato rimpatriato dagli Alleati.

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