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Cronaca Tricase

Medico accusato di violenza sessuale: pazienti risarcite per oltre 110mila euro

E’ questa la novità emersa nel processo abbreviato in cui è imputato l’ortopedico Sergio Cosi, ai domiciliari dallo scorso novembre. Le persone offese hanno così rinunciato a costituirsi parte civile. L'udienza è stata aggiornata al 20 ottobre

TRICASE - Sono state risarcite per una cifra complessiva di oltre 110mila euro le pazienti (otto in tutto) di cui avrebbe abusato l’ortopedico Sergio Cosi, 66enne originario di Tricase, in una clinica a Casarano e nell’ospedale di Tricase. E’ questa la novità emersa nei giorni scorsi nel processo abbreviato in cui l’uomo è imputato per violenza sessuale aggravata.

In ragione del risarcimento, le vittime e il marito di una di queste (assistite dagli avvocati Attilio De Marco, Salvatore Abate, Alvaro Storella, David Alemanno, Luca Puce, Elisa Cappello, Mauro Marzano) hanno rinunciato a costituirsi parte civile.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 20 ottobre per la discussione del pubblico ministero (il titolare dell’inchiesta è la sostituta procuratrice Erika Masetti) e la sentenza della giudice Giulia Proto.

Dallo scorso 20 novembre, l'uomo si trova ai domiciliari – misura confermata ad agosto dal tribunale del Riesame al quale si erano rivolti gli avvocati difensori Luigi Covella e Stefano Bortone – dopo che i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Casarano, ricevuta la denuncia di una delle malcapitate, piazzarono microspie nel suo studio.

Secondo le indagini, gli abusi sarebbero avvenuti tra il gennaio e il settembre del 2021; in un caso, il medico si sarebbe reso responsabile anche di lesioni personali aggravate, perché proprio a causa di alcune manipolazioni spacciate per curative, avrebbe procurato a una delle pazienti una cervicalgia con prognosi di sette giorni.

Nell’inchiesta, era finito anche il racconto di una 50enne di Casarano: riferì che il 66enne durante una visita di controllo per problemi alla schiena, l’avrebbe fatta adagiare sul lettino e, dopo averle praticato alcuni massaggi sulla zona dolorante, le avrebbe fatto respirare una sostanza nebulizzante, in seguito alla quale avrebbe subito atti sessuali, senza riuscire a reagire.

Alla fine, avrebbe trovato la forza di opporsi e, trovando come scusa il fatto che il marito la stesse aspettando fuori da troppo tempo, sarebbe andata via di corsa, senza neppure ritirare la ricevuta di pagamento. Stando sempre alle dichiarazioni della donna, questa non avrebbe riferito nulla al coniuge, ma sconvolta si sarebbe confidata con una vicina di casa che l'avrebbe convinta a rivolgersi alle forze dell’ordine, attraverso l’avvocato De Marco.

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