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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Melendugno

Barone di Mare, Eurogarden e La Spiaggetta: sospesa l'interdittiva antimafia

Il Tribunale di Lecce dà il via libera al controllo giudiziario. Salvaguardati i livelli occupazionali per circa 200 dipendenti

LECCE – Sospesa l’interdittiva antimafia, il Tribunale di Lecce dà il via libera al controllo giudiziario. Il Barone di Mare e l’Eurogarden Village, con i relativi stabilimenti balneari, e il Lido La Spiaggetta di Porto Cesareo potranno mantenere e autorizzazioni e concessioni e, di conseguenza, oltre 200 posti di lavoro restano salvaguardati.

Con tre distinte ordinanze del 26 marzo, infatti, la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Lecce (presidente Carlo Cazzella,  relatore Pietro Errede, consigliere Giovanni Gallo) ha riabilitato la posizione delle società appartenenti a Pierluigi Mazzotta (Tiemme Srl e Tiemme Beach), Dino Mazzotta (Mantour Srl) ed Hermes e Greta Mazzotta (Pgh Barone di Mare Srl e Pgh Beach Srl), rispettivamente titolari delle attività di gestione della struttura Eurogarden Village a San Foca, dello stabilimento balneare La Spiaggetta a Porto Cesareo e della struttura Barone di Mare a Torre dell’Orso.

Le società erano state colpite da interdittive antimafia tra novembre 2020 e gennaio 2021. E, dopo aver subito avanzato ricorso al Tar Lecce, avevano richiesto al Tribunale di Lecce di sottoporsi spontaneamente all’istituto del controllo giudiziario, misura che viene concessa soltanto nell’ipotesi in cui il supposto pericolo di contaminazione mafiosa ravvisato dalla Prefettura sia ritenuto meramente occasionale e quindi superabile dall’impresa con il monitoraggio di un soggetto nominato dall’autorità giudiziaria. Per l’effetto, l’attività riprende a pieno regime, l’interdittiva viene sospesa e vengono salvaguardati tutti i posti di lavoro.

Nel caso in esame, sono state accolte le tesi dell’avvocato Saverio Sticchi Damiani, costituito per tutte le società, e degli avvocati Paolo Spalluto e Andrea Sambati per la Pgh Barone di Mare Srl. I giudici hanno quindi ritenuto che non sussiste alcun collegamento stabile tra le imprese e la criminalità organizzata.

Il Tribunale, nell’ammettere le imprese al controllo giudiziario, con sospensione delle interdittive, ha chiarito come nel procedimento penale in cui è coinvolto Giancarlo Mazzotta (al momento pendente) “la fase processuale istruttoria ha già escluso ogni contatto del Mazzotta con esponenti malavitosi”, rilevando, peraltro, che in ogni caso, “tutte le condotte ascrivibili a Giancarlo Mazzotta da cui desumere, ad avviso del pm, il pericolo di infiltrazione mafiosa sono comunque risalenti (prima del 2014) e ancora sub iudice, per cui oltre a difettare i dati della certezza e definitività processuale, difetta soprattutto il carattere dell’attualità delle esigenze di prevenzione […]. Lo stesso Pierluigi Mazzotta ha documentato in atti di aver più volte denunciato contro ignoti episodi di danneggiamento e di incendio, il cui ripetersi nel tempo escluderebbe contatti dello stesso con ambienti malavitosi che potrebbero fornire alle sue società adeguata tutela sul territorio”.

Il Tribunale ha riconosciuto l’assenza di qualsiasi precedente, cioè di qualsiasi contatto per mafia nei confronti dei soci delle imprese, sottolineando come, in definitiva, è da “potersi reputare assolutamente occasionale un potenziale condizionamento delle società ovvero situazioni di contiguità o di agevolazione mafiosa”.

 “Tutte le società – ha commentato l’avvocato Sticchi Damiani - hanno deciso di sottoporsi spontaneamente alla vigilanza prevista dall’articolo 34 bis del codice antimafia per salvaguardare centinaia di posti di lavoro e dimostrare attraverso un controllo quotidiano la trasparenza e la legalità del proprio operato; il provvedimento dell’autorità giudiziaria, peraltro, ha l’effetto di sospendere l’interdittiva e, quindi, consente il mantenimento di tutte le autorizzazioni e concessioni in essere nel pieno rispetto della ratio della norma”.

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