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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Santa Cesarea Terme

Mezzogiorno di fuoco: case a rischio, usati sei aerei

L'incendio è divampato in zona Malepasso e, spinto dal vento, ha sfiorato le case: abitazioni evacuate prima dell'intervento risolutore di quattro Fire Boss e di due Canadair. Ferita operatrice Arif

SANTA CESAREA TERME - Mezzogiorno di fuoco a Santa Cesarea Terme: l'inferno piomba sulle abitazioni della località marittima del Salento, dopo che un incendio questa mattina, attorno alle 8, si è levato dalla località Malepasso, zona in cui sorge il collettore fognario. Il forte vento da Nord-est ha incrementato la forza delle fiamme, dando loro nuova consistenza e spingendole sino a poche centinaia di metri dal centro abitato.

Nonostante i tentativi dei vigili del fuoco, del corpo forestale, del servizio antincendio regionale, della protezione civile, dei carabinieri, della guardia costiera, dei vigili urbani, e di numerosi volontari, intervenuti per arginare l'incedere del fuoco, le fiamme si sono avvicinate minacciosamente alle case che dalla litoranea, sul lato che collega a Porto Badisco, rappresentano il primo nucleo abitato di Santa Cesarea Terme, presidiato da tre pattuglie dei carabinieri di Poggiardo e da un'altra proveniente da Otranto. Una cortina di fumo grigiastro ha condensato una cappa tutta intorno alla città, rendendo irrespirabile l'aria.

Per questo, il sindaco, Daniele Cretì, di comune accordo con le forze dell'ordine, ha predisposto l'evacuazione di alcune abitazioni, ventiquattro in tutto, in attesa di poter domare l'incendio e bloccare ogni pericolo. Le operazioni di soccorso e di spegnimento delle fiamme sono durate diverse ore, ma è stato possibile spegnere l'incendio solo dopo l'arrivo sul posto di aerei specializzati. Sono stati impiegati, infatti, ben quattro Fireboss e due Canadair.

Nel corso delle operazioni di spegnimento, in quella che oltretutto è una zona notoriamente impervia, un'operatrice dell'Arif, l'Agenzia regionale attività irrigue e forestali, Antonia Ruggero, s'è ferita a seguito di una caduta nella quale si è procurata una contusione alla caviglia e qualche escoriazione: soccorsa dal 118, ne avrà per una quindicina di giorni. Le fiamme sono state domate attorno alle 15, dopo un'ora di intervento da parte degli aerei specializzati. Chiusi per diverse ore gli accessi alla litoranea dal lato di Porto Miggiano e soprattutto dal versante di Porto Badisco.

Si calcola un danno approssimativo di circa 10 ettari di vegetazione. Le fiamme sarebbero arrivate fino ad un'altezza di venti metri. Sul posto, ci sono ancora volontari che con le scope battifuoco stanno spegnendo gli ultimi focolai. Le persone fatte evacuare da Villa Miglietta, la residenza più prossima alla linea del fuoco, sono state reintrodotte nella struttura ricettiva. La zona resta, comunque sia, sotto osservazione a causa del vento che soffia ancora forte.

"La situazione si è normalizzata - spiega Daniele Cretì, sindaco di Santa Cesarea -, io ho assistito fin da stamattina alle operazioni di soccorso, potendo vedere in prima persona come le forze dell'ordine e tutte le persone coinvolte si siano prodigate fin da subito per limitare e circoscrivere l'incendio. Purtroppo, a causare problemi è stato il forte vento, vicino ai 30 nodi, contro cui è risultato davvero difficile combattere".

L'Ente parco: "Serve un Canadair di stanza a Grottaglie o Galatina".

A nome delle amministrazioni comunali che compongono il consorzio di gestione dell'area naturale e del Comitato esecutivo del Parco naturale Otranto - Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase è poi intervenuto il presidente, Nicola Panico: "Anche oggi purtroppo, una decina di ettari sono andati in fumo, in una zona protetta popolata da delicati ecosistemi". L'ipotesi più credibile è che l'incendio sia stato provocato dalla mano dell'uomo: "Al comparire delle condizioni climatiche adatte gli incendi, specialmente quelli di origine dolosa, iniziano a devastare alcuni dei luoghi più suggestivi della costa mandando in fumo ettari di macchia mediterranea, numerosi habitat naturali e mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini".

"L'auspicio per il futuro - ha proseguito il massimo responsabile del parco naturale - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase" è che quanto prima la protezione civile regionale possa dotarsi di almeno un mezzo Canadair, che faccia base presso gli aeroporti militari di Grottaglie o Galatina al fine di poter assicurare un intervento efficiente in maniera tempestiva.

"Tuttavia, nell'ipotesi in cui sia accertata l'origine dolosa dell'evento, deve essere noto a tutti che le fiamme non serviranno a sottrarre le aree dai vincoli che tutelano il nostro patrimonio paesaggistico o a costituire un ostacolo alla legalità nella gestione del territorio", ha concluso Panico.

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