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Cronaca

"Mi hanno minacciato". L'asta giudiziaria salta, in quattro finiscono a processo

Gli imputati, di Acquarica del Capo e Gemini di Ugento, rispondono di concorso in estorsione aggravata e turbata libertà degli incanti. Un ingegnere di Pavia avrebbe ricevuto pressanti minacce, dopo aver già versato la cauzione

 

LECCE - Concorso in estorsione aggravata e turbata libertà degli incanti: sono i reati ipotizzati dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia e per i quali il gup Giovanni Gallo ha rinviato a giudizio Giacomo Leo, 49enne, Gengs De Paola, 36enne, Vito Calzolaro, 51enne e Daniela Leo, 51enne, i primi due di Acquarica del Capo, gli altri di Gemini di Ugento.

L’inchiesta della procura leccese riguarda un caso che vede al centro, come presunta vittima, un ingegnere di Pavia, il quale, secondo le accuse, sarebbe stato costretto con esplicite minacce a desistere dal versamento del saldo complessivo di 230mila euro, dopo aver già sborsato una cauzione di 30mila euro, per l’acquisizione di un immobile ad Acquarica del Capo, nell’ambito di una procedura esecutiva immobiliare del tribunale di Lecce, promossa dalla Banca Antoniana Popolare Veneta.

L’ingegnere, dunque, aveva partecipato a un’asta, indetta il 9 giugno del 2009, aggiudicandosi l’immobile, ma, in seguito, avrebbe ricevuto telefonate da Giacomo Leo e Gengs De Paola, secondo le accuse nell’interesse di Vito Calzolaro e Daniela Leo, nei confronti dei quali era stato effettuato il pignoramento. In queste telefonate, avrebbero intimato di abbandonare l’aggiudicazione, determinandone in questo modo la decadenza e ottenendo che il giudice dell’esecuzione disponesse di incamerare la cauzione, fissando nel contempo una nuova gara.

L’aggravante, in questo caso, consiste nell’aver provocato alla presunta vittima un danno patrimoniale rilevante, i già citati 30mila euro già versati. L’ingegnere pavese è difeso dall’avvocato Carlo Melotti, gli imputati dagli avvocati Antonio Stefano, Giovanni Chiffi e Paolo Rizzo. Il processo è fissato per il 29 settembre davanti ai giudici della prima sezione penale. 

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