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Cronaca Gallipoli

Lettere e scritte minacciose: rancore decennale per mancata assunzione

Veliapol, l'ex politico Ria, gli avvocati Suez e Ferilli. Nessun collegamento evidente. Era tutto nella mente di un 42enne gallipolino che lamentava mancati aiuti quando, in passato, avrebbe voluto lavorare come guardia giurata. Il rebus è stato sciolto dal commissariato di polizia

GALLIPOLI – Un rancore sordo covato per dieci, lunghi anni, ma che è esploso proprio in piena pandemia. Chissà, forse gli effetti disturbanti che l’isolamento ha prodotto in più di qualcuno possono essere stati fra le micce che hanno fatto riemergere vecchi ricordi e condotto un 42enne gallipolino a dare sfogo a una serie di messaggi, sia inviati in privato in forma di missiva, sia a caratteri cubitali sui muri della città, dal tenore fortemente minaccioso. Scritte, quelle in pubblico, che sono comparse all’improvviso in diversi giorni e in più punti di Gallipoli. Nel mirino dell’uomo, con i suoi auspici di morte, diversi professionisti e un istituto di vigilanza. Collegati fra loro, però, solo nella sua mente. Il che non ha certo reso semplice l’indagine. 

L’ultimo destinatario in ordine di tempo di un messaggio non proprio confortante, era stato l’avvocato Lorenzo Ria. Già parlamentare e presidente della Provincia di Lecce, ma da anni, ormai, fuori dal contesto politico, giustamente non si era dato alcuna spiegazione sul perché, all’improvviso,  il 21 e il 23 aprile fossero apparse frasi di questo tenore nei pressi dello stadio: “Lorenzo Ria morirai”. E quale collegamento ci poteva mai essere con un’altra scritta, rivolta all’istituto di vigilanza e comparsa nello stesso periodo? “Velialpol infami”,recitava.

Il biglietto intimidatorio-3-2-2Non solo. Andando a ritroso, il 14 ed il 19 marzo scorso, erano stati gli avvocati Luigi Suez e Fabrizio Ferilli a essere minacciati apertamente, non solo sui muri, ma anche con una lettera che così recitava. “Cari avvocato Suez, avvocato Ferilli e compagnia bella, ora è arrivato il tempo di raccogliere ciò che avete seminato. Ricordatevi che poi la morte farà a voi tutti visita. Di questo potete stare sicuri al 100%”. Ricevuta da Suez, questi aveva poi avvisato l’altro legale e insieme avevano sporto denuncia. Da considerare che il collegamento, anche in questo caso, proprio non si riusciva a scorgere. I due avvocati non solo non hanno mai condiviso lo studio, ma non hanno nemmeno mai avuto una causa in comune.

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Insomma, un bel rebus fra persone e un’azienda che fra loro non hanno certo contatti diretti, eppure infilati in un unico calderone. Un rebus che, alla fine, il commissariato di polizia gallipolino è riuscito comunque a risolvere, dopo un’indagine serrata fin dall’inizio e che ha preso un’accelerata negli ultimi giorni. Ieri pomeriggio, dunque, gli uomini diretti dal vicequestore aggiunto Monica Sammati, sono riusciti a risalire al 42enne, fra l’altro un incensurato, che ora risponde di minacce aggravate e continuate e degli imbrattamenti sui muri dello stadio comunale e sui muretti a secco del lungomare.

L’uomo, che alla fine ha confessato e spiegato i suoi motivi, è stato denunciato a piede libero. Il suo risentimento nei confronti dell’istituto Velialpol nasce da un’assunzione non andata a buon fine diversi anni addietro. E quello verso Ria, Suez e Ferilli, sempre a suo dire, per un aiuto non fornito. Stando alle sue dichiarazioni, in quel periodo avrebbe chiesto l’intervento di autorità e professionisti per realizzare il suo desiderio.

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Ma come si è arrivati al 42enne? Gli agenti sono partiti dal confronto calligrafico tra le scritte rinvenute a marzo ai danni dei due liberi professionisti e quelle comparse più di recente a carico di Ria e dell’istituto di vigilanza. A questo esame, si è aggiunto anche il sequestro di una bomboletta spray trovata per strada, dello stesso colore impiegato per realizzarle. E’ nata da qui un’attività di appostamento, anche notturno. E sono stati visionati pure alcuni filmati di videosorveglianza. Per la verità, molto pochi quelli tornati utili. Un’attività che, comunque, ha permesso di individuare con certezza l’uomo, attribuendogli tutte le minacce. E ricavando, una volta che s'è visto a nudo, anche una dichiarazione circa il movente dell'aspirante - rimasto tale -, guardia giurata.

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