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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Mio marito ubriaco vuole picchiarmi": lei e il figlio scappano, lui in arresto

Maltrattamenti e violenze sarebbero quotidiani. L'uomo, 43enne, fermato dalla polizia: aveva con sé l'altro bimbo, di 3 anni, in auto. La donna aiutata da una passante che l'ha raccolta in auto

LECCE – Una terribile storia di violenze e soprusi di un marito in casa. L’alcool come motore per perdere i freni inibitori e alzare le mani. E in qualche caso ne avrebbe fatto le spese anche un ragazzino 12enne, figlio della donna, nato da una precedente relazione. Le denunce? Già presentate, anche piuttosto di recente, ma una ritirata per paura delle conseguenze. Ora però, quell’uomo, 43enne leccese, non potrà più nuocere: è stato arrestato nella tarda serata di ieri dagli agenti di polizia delle volanti e condotto in carcere.  

La prima avvisaglia di una notte di follia è arrivata con una telefonata al 113. Dall’altro capo, una donna, molto agitata, chiedeva aiuto. Ma l’operatore non è stato in grado di comprendere molto: la conversazione è stata interrotta bruscamente. Difficile anche localizzare il luogo della chiamata. Sarebbe stato proprio il marito, come scoperto in seguito, a troncare la telefonata.

Dopo circa mezz’ora, però, la stessa donna ha ricomposto il 113. E questa volta l’uomo era lontano, perché è riuscita a spiegare la situazione con più dettagli, affermando di essere scappata da casa: “Mio marito è ubriaco e vuole picchiarmi”.

Trentaquattrenne, leccese, in lacrime, la donna si trovava al momento della lite in compagnia del figlio di 12 anni, scappato a sua volta in bicicletta. Una fuga di massa dall'abitazione dell'orrore. Ai poliziotti ha raccontato dell’ennesimo diverbio violento con il marito. La prima telefonata al 113, ha spiegato, era partita perché la lite (non certo la prima) stava degenerando. “Ma mio marito mi ha tolto di mano il cellulare e l’ha rotto”.

Era però riuscita comunque a contattare la polizia poco dopo perché, fuggita da casa e decisa a recarsi proprio in questura, era stata raccolta per strada da un’altra donna, che, vedendola sconvolta, si era fermata facendola salire a bordo.

Una volante è stata inviata presso la residenza della coppia dove, dopo alcuni minuti, è sopraggiunto anche il marito a bordo della sua autovettura, un’Alfa romeo 156. Gli stessi agenti hanno potuto notare quanto fosse ubriaco. E non solo. L’uomo era in compagnia dell’altro figlio, di 3 anni. A suo dire, era rimasto in auto e si era addormentato durante la lite fra i due. Al cospetto dei poliziotti l'uomo ha anche dichiarato di avere intenzione di partire per Milano proprio con il bimbo.

I poliziotti hanno deciso di ricostruire meglio tutta la storia e sono entrati in casa. Qui hanno trovato il telefonino dal quale la signora aveva eseguito la prima telefonata. Aveva il vetro rotto. In questura, la donna ha poi deciso di sporgere quella denuncia che s’è rivelata, almeno per ora, risolutiva.

Alla polizia ha raccontato di maltrattamenti quotidiani, subiti sia da lei, sia dall’altro figlio, 12enne, nato da un altro uomo. I rapporti tra i due si sarebbero incrinati in particolare dopo la nascita del secondogenito. Il clima in casa, intollerabile, sebbene lei non abbia avviato la separazione proprio per il bene del figlio. Subendo, però, soprusi e violenze, soprattutto a causa dell’alcolismo cui sarebbe soggetto l’uomo. E, come detto, non sarebbe sfuggito dalle angherie nemmeno il 12enne, spesso offeso e in qualche caso persino percosso.

La donna ha raccontato anche che lei, quando il marito la sera tornava ubriaco, aveva l’abitudine di uscire e aspettare fuori dalla porta che fosse passata la sbronza. Questo, per evitare che le liti e le violenze si consumassero davanti ai figli. E in qualche occasione li avrebbe trascinati fuori dall’appartamento, nutrendo il timore che la sua furia si abbattesse anche su di loro.

Le richieste di aiuto alla polizia sarebbero avvenute anche in altre circostanze. Lo scorso anno lei ha anche presentato una denuncia. “L’ho ritirata a causa delle minacce subite”. Ma ieri sera, di fronte all’ennesimo litigio, il figlio maggiore si era messo a piangere ed era fuggito da quell’inferno in bicicletta. La donna, nel frattempo, si era vestita per uscire a sua volta, per essere però bloccata dal marito e scaraventata per terra.

La fuga definitiva, in un momento di distrazione, dopo la telefonata non riuscita, inseguita dal marito in auto con il bimbo a bordo. Lui l’avrebbe anche raggiunta, scendendo e strattonandola con furia per farla entrare nell'Alfa. Ma per fortuna una passante che aveva assistito alla scena, era riuscita ad aiutarla, facendola salire e tirando dritto verso la questura.

Altri accertamenti hanno evidenziato che, in effetti, la donna in passato aveva sporto due denunce contro il marito, nel 2010 e nel 2015. Quest’ultima, come da lei dichiarato, effettivamente ritirata. Di certo, tutti gli elementi raccolti hanno formato un quadro più che solido per condurre a un arresto. Gli indizi, ritenuti precisi e concordanti. Le accuse, molto gravi. 

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