Molestie nei riguardi di una 16enne, sette anni all’amico di famiglia
Due gli episodi avvenuti nel 2014 contestati a un 59enne di Spongano. I giudici lo ritengono colpevole e gli impongono anche un risarcimento del danno della presunta vittima per 45mila euro
SPONGANO - Si fidavano di lui. Lo consideravano uno di famiglia, al punto da affidargli la figlia quando non se ne potevano occupare per impegni lavorativi. E invece lui avrebbe tradito la loro fiducia nel peggiore dei modi, costringendo la ragazza, all’epoca dei fatti 16enne, a compiere e subire atti sessuali.
Questo ha raccontato l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Stefania Mininni che nel processo aveva chiesto la condanna a sette anni di reclusione per il presunto aguzzino, un 59enne di Spongano. E i giudici della prima sezione penale del tribunale di Lecce (composta dal presidente Gabriele Perna e dai colleghi Maddalena Torelli e Alessandra Sermarini) hanno condiviso la tesi accusatoria, pronunciando oggi un verdetto di colpevolezza che contempla la stessa pena invocata dal pm e riconosce pure un risarcimento del danno di 45mila euro alla ragazza (parte civile al processo con l’avvocato Roberto Rella).
Sono due gli episodi finiti sotto la lente dei giudici e sarebbero avvenuti entrambi nel dicembre del 2014, nell’auto del 59enne, durante il tragitto da scuola a casa.
Dopo che saranno depositate le motivazioni del dispositivo (entro novanta giorni), l’uomo potrà presentare il ricorso in appello (attraverso l’avvocato Luigi Corvaglia).