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Cronaca Monteroni di Lecce / Via Monte San Michele

Masserie, bar e sale giochi: confiscati i beni di "Lucio della tigre", assassinato nel 2010

Dopo la conferma in Cassazione è arrivato il provvedimento definitivo riguardate il patrimonio di Lucio Vetrugno, 55enne di Monteroni, già condannato per associazione mafiosa con sentenza irrevocabile. L'uomo, mentre erano ancora in piedi le indagini della Dia, fu ucciso con un colpo d'arma

MONTERONI DI LECCE – C’è anche la tigre bengalese da cui in vita trasse il nomignolo che lo accompagnò fino al suo ultimo giorno, quando fu assassinato con un solo colpo di pistola alla testa, fra i beni finiti oggi sotto confisca definitiva.

La Direzione investigativa antimafia di Lecce, infatti, dopo la conferma in Cassazione, ha dato seguito a un provvedimento emesso dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce permettendo allo Stato di incamerare il patrimonio appartenuto a Lucio Vetrugno, alias “Lucio della tigre”, ucciso a 55 anni la mattina del 22 dicembre del 2010 nei pressi della masseria “La Tenente”, in agro di Copertino. Uno dei beni a sua volta confiscati.  

Vetrugno, già condannato con sentenza irrevocabile per associazione di tipo mafioso, avrebbe avuto un ruolo di spicco, negli anni precedenti al fatto di sangue che pose fine alla sua vita, nel clan Tornese della Scu, egemone fra Monteroni di Lecce e zone limitrofe e in linea generale fra i più potenti della cosiddetta quarta mafia.

La proposta è stata avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura leccese al termine delle indagini patrimoniali svolte dalla sezione operativa locale della Dia. Vi sarebbe stata, infatti, una manifesta sproporzione tra i redditi dichiarati da Vetrugno, giudicati esigui, e l’ingente patrimonio a lui riconducibile, costituito da un bar, due sale giochi, due abitazioni, due masserie, 4 ettari di terreni e 300 capi di bestiame.

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Tra i beni confiscati, come detto, figura anche una tigre, allevata proprio nel podere dell’uomo. Vi sono, poi: la già citata masseria “La Tenente”, fra le campagne di Copertino, che copre un terreno agricolo di 35mila metri quadri; un’altra masseria nell’area di Monteroni, per l’esattezza in contrada Pinco Centonze (che contempla anche un complesso aziendale per allevamento di ovini e bovini); un’abitazione a Monteroni, in via Monte San Michele. 

E, ancora: il bar caffetteria Insonnia di Monteroni, in via Medaglie d’Argento Monteronesi, formalmente intestato alla figlia Giusy Vetrugno; la sala giochi Insonnia, sempre a Monteroni, intestata al genero, Massimiliano Mancarella e sita in via Giovanni Falcone; un’altra sala giochi dallo stesso nome, ma collocata a San Cesario di Lecce, in via Vittorio Emanuele III, intestata a Mauro Alfieri, dalla Dia ritenuto un prestanome. Il tutto, per un valore stimato in circa 1,5 milioni di euro.

Resta ancora il mistero sul movente dell’omicidio di “Lucio della tigre”. Secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce, autore materiale sarebbe Jonny Serra, 40enne di San Pietro Vernotico. L'uomo è indagato a piede libero fin dalle prime battute.

Sottoposto al test dello stub per cercare particelle di polvere da sparo su corpo e abiti, e interrogato, s’è però sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Incastrato di recente per altre vicende, legate agli stupefacenti, a distanza di quattro anni Serra resta tuttora l’unica persona indagata per quell’assassinio, compiuto con una pistola calibro 7.65.   

Il patrimonio di Vetrugno

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