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Cronaca

Morì annegato nel sottovia, la Procura chiude indagini

Il pubblico ministero Guglielmi ha chiuso il fascicolo per la morte dell'avvocato leccese Carlo Andrea De Pace, all'interno del sottopasso. Tre gli indagati, fra loro anche il sindaco Paolo Perrone

LECCE - La Procura ha concluso le indagini preliminari sulla morte dell'avvocato leccese di 81 anni Carlo Andrea De Pace, rimasto intrappolato nella sua auto il 21 giugno dello scorso anno, mentre attraversava il sottopasso di viale Leopardi stracolmo d'acqua a causa della pioggia battente. Il provvedimento, che porta la firma del pubblico ministero Paola Guglielmi, sta per essere notificato agli indagati. E cioè al sindaco di Lecce Paolo Perrone ed al dirigente del settore lavori pubblici Claudia Branca. L'accusa nei loro confronti è quella di concorso in omicidio colposo per non aver predisposto la chiusura del sottopassaggio nonostante già in precedenza, nel corso di altre precipitazioni temporalesche, si fossero verificati episodi analoghi a quello che è poi costato la vita all'avocato leccese.

Di favoreggiamento aggravato risponde invece l'ex comandante della polizia municipale, Raffaele Urso. La Procura ritiene che l'uomo si sia adoperato per ostacolare le indagini che avrebbero dovuto appurare eventuali responsabilità in capo alla pubblica amministrazione. Si fa riferimento ad un episodio durante il quale Urso avrebbe telefonato ad un suo tenente mentre questi era stato convocato presso il comando provinciale dei carabinieri. Dopo la telefonata, il tenente sarebbe immediatamente rientrato nel suo posto di lavoro per tornare in caserma dopo oltre un'ora, dicendo ai militari di non voler rilasciare alcuna dichiarazione e che si sarebbe solo riportato alla relazione di servizio redatta il giorno dell'incidente.

All'inizio di giugno era stata depositata la consulenza redatta dagli ingegneri Antonio Vernaleone e Giuseppe Tomasicchio sullo stato della rete idraulica cittadina. Nella consulenza di 46 pagine, depositata qualche giorno addietro, i consulenti scrivono nero su bianco che l'impianto per lo smaltimento delle acque a mare è sottodimensionato rispetto alla reale estensione della città. Il che provocherebbe un anomalo fenomeno di rigurgito delle acque che, una volta arrivate nelle marine, non riescono a sfociare e quindi tornano indietro nella zona urbana.

I periti inoltre spiegano che, pur essendo improbabile il ripetersi di una precipitazione temporalesca come quella del 21 giugno scorso, non è un'eventualità impossibile che possa comunque ripresentarsi. Il sottopasso, scrivono ancora, si potrebbe allagare anche con una pioggia molto meno forte rispetto a quella dello scorso anno: per questo, in assenza di interventi adeguati, la circolazione stradale all'interno del sottovia non è affatto sicura. Conclusioni queste che segnano un punto a favore dell'accusa e dei familiari dell'avvocato De Pace, assistiti dagli avvocati Silvio Verri e Danilo D'Arpa. Gli indagati sono invece assistiti dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto ed Andrea Sambati.

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