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Cronaca

Morì per infezione, quattro medici sotto processo

Caso De Giorgi: rinvio a giudizio per professionisti del "Vito Fazzi" e della clinica"Città di Lecce". Imputato anche l'autista che si scontrò con il veicolo guidato dal 23enne di San Cesario

I fatti risalgono al 19 aprile del 2003. E oggi, a distanza di quattro anni esatti dall'infinto calvario che portò al decesso di Gianni De Giorgi, 23enne di San Cesario, vittima di un incidente stradale avvenuto sulla Copertino-San Donato e tenuto in osservazione prima al "Vito Fazzi", poi nella clinica "Città di Lecce", dove la sua giovane vita si spense per sempre, il giudice per le indagini preliminari Ines Casciaro ha disposto il rinvio a giudizio di cinque persone. Si tratta di Antonio Luigi Coppola, 46 anni, conducente del veicolo che si scontrò con l'auto di Gianni De Giorgi, e di quattro medici operanti nelle due strutture ospedaliere: Albino Pagano, 50 anni, Salvatore Fiordaliso, 57 anni, Alfredo Ghiselli, 59 anni e Michele Resler, anch'egli di 59 anni. Il 12 giugno del 2007 dovranno comparire nel tribunale, seconda sezione, davanti al giudice Enzo Taurino.

Ma il quadro è più ampio e complesso, perché la posizione di altri medici indagati è sospesa, in attesa che si concluda l'altra istruttoria. Il gip Casciaro ha inoltre disposto la riapertura di altri casi in precedenza archiviati, alla luce di nuovi elementi emersi e che proceda ad indagini anche su altri medici dei due ospedali, che fino a questo momento non erano comparsi nella vicenda.

Gianni De Giorgi venne trasferito in ospedale, dopo il terrificante impatto fra la sua auto e con l'auto guidata da Coppola: uno scontro frontale. Morì dopo 34 giorni di pene infernali, trascorsi in parte presso l'ospedale "Vito Fazzi" e, negli ultimi giorni, nella clinica "Città di Lecce", dove venne trasferito per volontà della famiglia. I motivi che hanno condotto alla morte del giovane sono ora al vaglio della magistratura, in quanto la famiglia, difesa dall'avvocato Giuseppe Milli, ipotizza che vi sia stato all'epoca un grave ritardo nello stabilire il quadro clinico.

Si trattò di una vicenda drammatica e segnata da un'evoluzione crescente. De Giorgi arrivò al "Fazzi" con una frattura al femore sinistro ed un trauma toracico chiuso. Gli accertamenti clinici e diagnostici, secondo l'avvocato Milli, furono però interpretati forse erroneamente dai sanitari ed avrebbero quindi comportato come conseguenza una "lesione diaframmatica con migrazione delle viscere dello stomaco nella cavità toracica, con conseguente erniazione, strozzamento e necrosi dei tessuti dello stomaco".

Solo in seguito al trasferimento presso la clinica "Città di Lecce", e dopo un'operazione al femore, venne riscontrato un quadro clinico già compromesso da "difficoltà respiratorie e da un'infezione settica acuta ingravescente". A nulla valse, quindi, il disperato tentativo di porre rimedio con un intervento chirurgico. De Giorgi morì dopo 34 giorni esatti di calvario, per una grave infezione batterica.

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