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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Acquarica del Capo

Morte di Ivan Ciullo, nuova svolta. La procura riapre il caso per la terza volta

Accolta l’istanza dei legali Biscotti e Maci che nei mesi scorsi avevano richiesto l’esame autoptico depositando le consulenze tecniche che proverebbero che il dj non si è suicidato. Fascicolo nelle mani del pm Vallefuoco

LECCE - "Il caso deve essere riaperto perché abbiamo le prove scientifiche che si tratti chiaramente di un omicidio". Lo aveva detto a chiare lettere nel novembre scorso  l'avvocato Valter Biscotti, il penalista a cui i genitori di Ivan Ciullo, il 34enne deejay, originario di Racale, presunto suicida, si sono rivolti per portare avanti la loro battaglia volta a fare piena luce sulle cause della morte del figlio, trovato impiccato ad un albero il 22 giugno del 2015 nelle campagne di Acquarica del Capo, in contrada Le Calie, nei meandri agricoli alla periferia del paese e non lontano dalla provinciale per Taurisano. Il caso è stato trattato da vicino anche nell’ultima edizione del festival del giornalismo locale, Figilo, a Gallipoli, il 24 gennaio scorso.

Ed ora, per la terza volta, la procura di Lecce in queste ore ha deciso di riaprire l'indagine sulla morte di Ivan Ciullo, in arte Navi. Il magistrato titolare del fascicolo è Maria Vallefuoco. In precedenza, il sostituto procuratore Carmen Ruggiero, passata di recente alla Dda, per due volte aveva chiesto e ottenuto dal gip, Vincenzo Brancato, l’archiviazione del caso ritenendolo un suicidio. Nei mesi scorsi però i legali dei genitori della vittima, che non hanno mai creduto a quella ipotesi sulla morte di Ivan, avevano avanzato presso la procura leccese una nuova richiesta di riapertura del caso sulla base dei nuovi elementi emersi dalle due perizie affidate al criminologo Roberto Lazzari e all’esperto in medicina legale, Giuseppe Panichi, da cui emergerebbero, a parere dei legali, troppe incongruenze con l’ipotesi del suicidio.

L’ipotesi di reato che compare sul nuovo fascicolo d’inchiesta al momento resta quella iniziale: istigazione al suicidio. E nel registro degli indagati, come atto dovuto, figura lo stesso uomo coinvolto nelle precedenti indagini con cui sembra che il giovane dj avesse una relazione definita “tormentata”. Su di lui la procura aveva già effettuato tutti gli accertamenti in merito, ma la sua posizione era stata subito archiviata. L’uomo è difeso dall’avvocato Giuseppe Minerva. Con la nuova riapertura del caso sarà la procura a dover fare piena luce sulla misteriosa morte di Ivan Ciullo e valutare gli elementi addotti dai legali Valter Biscotti e Paolo Marci nella loro istanza di ripresa delle indagini. Alla richiesta di disporre l'esame autoptico sulla salma, mai effettuato (disposta all’epoca dei fatti solo un’ispezione cadaverica esterna) sono state depositate in allegato anche le due consulenze il cui risultato proverebbe che Ivan non si è suicidato.

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