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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Dopo dieci anni dalla morte di una paziente, il verdetto: assolti due medici

Si è chiusa ieri la vicenda giudiziaria sulla morte di una 68enne di Lecce, avvenuta il 2 settembre del 2014 nell’ospedale di Lecce. Per la giudice: “Il fatto non sussiste”

LECCE - Giunse al pronto soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce con febbre e dolori addominali, ma fu dimessa, senza essere sottoposta ad esami come prelievo ematochimico, ecografia addominale o tac con mezzo di contrasto, e rimandata a casa per sospetta gastroenterite. Ritornò in ospedale tre giorni dopo, e fu sottoposta a un intervento per perforazione dell’intestino, ma dopo otto giorni trascorsi in Rianimazione per shock settico, il suo cuore cessò di battere. 

Dopo quasi dieci anni dai fatti, ieri, è arrivato il verdetto nel processo di primo grado che vedeva imputati il medico curante della defunta, Elisabetta Graziani, 68enne di Lecce, e la dottoressa del pronto soccorso.  La giudice Giovanna Piazzalunga ha assolto entrambi perché il fatto non sussiste. 

All’esito del dibattimento, l’assoluzione era stata invocata dalla stessa sostituta procuratrice Maria Vallefuoco, ma solo per il medico, mentre per l’altra era stata chiesta la condanna a due anni.

L’accusa era di omicidio colposo, perché entrambi, il 21 agosto del 2014, seppur con ruoli diversi, non avrebbero svolto una diagnosi corretta sui malesseri presentati dalla donna, somministrandole una terapia errata.

In una memoria, gli avvocati difensori della dottoressa, Gianluca D’Oria e Natalina Barone, avevano osservato che anche nella circostanza in cui la loro assistita avesse tenuto le condotte ritenute doverose dagli inquirenti, questo non avrebbe comunque permesso di prevedere, con elevato grado di probabilità logica, quale sarebbe stato il decorso clinico della paziente. 

In merito alla sintomatologia, inoltre, i legali avevano riportato un passaggio cruciale della consulenza redatta per conto della Procura dagli esperti Roberto Vaglio e il professore dell’università di Bari Carmine Chiumarulo: “Con ogni probabilità, al momento del primo accesso al pronto soccorso era già in atto un processo infiammatorio intestinale, ma senza reazione peritoneale, con una sintomatologia ascrivibile, a ragione, ad una gastroenterite acuta di natura batterica o virale: crampi addominali, vomito, febbre, diarrea”.

Il medico curante era assistito dall’avvocato Roberto Rella, mentre i familiari della signora deceduta dall’avvocato Stefano Pati. 

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