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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Morte sospetta in corsia di una 84enne, la Procura apre un'inchiesta

La Procura del capoluogo salentino ha aperto un'inchiesta per stabilire le cause della morte di una donna di 84 anni, avvenuta nell'ospedale "Vito Fazzi". Un presunto caso di malasanità, secondo quanto evidenziato dai famigliari della donna, che hanno presentato una querela

LECCE – La Procura del capoluogo salentino ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause della morte di una donna di 84 anni, avvenuta nell’ospedale “Vito Fazzi”. Un presunto caso di malasanità, secondo quanto evidenziato dai famigliari della donna, che hanno presentato una querela con il loro legale, l’avvocato Fabrizio Pellegrino. Nell’esposto il penalista leccese ha ricostruito in maniera dettagliata le circostanze che hanno portato al decesso della paziente.

La donna, affetta da Alzheimer, martedì sera ha accusato una crisi respiratoria e ipertensiva, tanto da richiedere l’intervento del 118 e il successivo ricovero in una struttura ospedaliera. La paziente, fin dal suo arrivo, è stata collocata su una barella mobile, le cui spondine erano rotte. Per evitare che la paziente cadesse dalla barella, le infermiere hanno dovuto legare le due spondine con una garza elastica una all’altra.

Secondo quanto evidenziato nella denuncia, durante la notte l’84enne è stata sottoposta a radiografia toracica, eseguita dal tecnico di turno con apparecchiatura portatile. Per eseguire la radiografia, l’infermiera ha provveduto a liberare le due spondine nonostante la richiesta della persona che accompagnava la paziente in quel momento, un’infermiera professionale presente in qualità di amica di famiglia, di sorvegliare la signora, poiché aveva l’abitudine di girarsi su un fianco.

Nonostante tale raccomandazione, l’infermiera è stata costretta ad allontanarsi dalla stanza, e la paziente è stata lasciata sola nella cosiddetta stanza di bonifica senza alcuna protezione laterale. Poco dopo l’infermiera (amica di famiglia) ha udito un forte rumore proveniente dalla stanza di bonifica. Accorsa nella stanza, ha trovato l’anziana donna per terra, col volto rivolto verso il pavimento e un versamento ematico sulla fronte ed ematomi sul braccio sinistro. Alla paziente sono stati applicati alcuni punti di sutura. Dopo l’applicazione dei punti la donna è stata sottoposta a una Tac cranica urgente e trasferita su un’altra barella (con le spondine funzionanti) e ricoverata presso il reparto di Medicina 1.

Il medico di turno ha poi provveduto a visitarla, lasciando che la stessa continuasse la terapia assegnatale presso il Pronto Soccorso, con l’assistenza continua dell’infermiera amica di famiglia, secondo cui nessun altro medico ha provveduto a controllare le condizioni della paziente. Pochi minuti dopo le 6 le condizioni della paziente si sono aggravate, e l’infermiera ha chiamato il personale medico. Gli infermieri a loro volta hanno allertato il medico di turno, che ha tentato di rianimarla con l’aiuto di un rianimatore, ma senza successo poiché la paziente era deceduta.

Nella denuncia si evidenzia come le condizioni della 84enne si siano aggravate in seguito alla caduta dalla barella con le spondine rotte, e che la stessa non è stata sorvegliata regolarmente anche successivamente alla caduta, poiché è stata lasciata in una stanza senza essere collegata a monitor o apparecchi di controllo e soprattutto senza ricevere alcun controllo periodico da parte del medico di guardia. Inoltre (secondo i famigliari), oltre al colpo sulla fronte, la donna sicuramente ha avuto anche un trauma toracico che avrebbe potuto provocare emorragie interne in una paziente già fortemente anemica.

Il magistrato di turno ha già disposto l’acquisizione della cartella clinica della donna e incaricato la polizia giudiziaria di provvedere all’identificazione del personale medico di turno al momento del decesso. Nelle prossime ore il pubblico ministero conferirà l’incarico al medico legale di eseguire l’autopsia.

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