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Nuovi controlli antinquinamento

Motopesca a Torre Veneri, alla deriva dalla Sicilia. Scatta sequestro

I militari della guardia costiera hanno accertato che si tratta del peschereccio dal quale furono salvati 580 migranti il 20 novembre scorso al largo della costa sud orientale siciliana. Corsa contro il tempo per il recupero. A Torre Pali altro natante alla deriva

LECCE - Scoperta la provenienza anche del secondo motopeschereccio fantasma, ora incagliato a poche decine di metri dalla riva della zona costiera di Torre Veneri, a ridosso dell’area di esercitazione militare, e sul quale sono state effettuate sino alla serata di ieri, le relative operazioni di accertamento da parte del personale della capitaneria di porto, in coordinamento con la Direzione marittima di Bari e il comando generale del corpo delle capitanerie di porto, e dei sommozzatori dei vigili del fuoco.

Le verifiche dei militari della guardia costiera, che stanno formalizzando anche la convalida del sequestro dell’unità navale dopo la relativa richiesta inoltrata alla procura di Lecce, hanno consentito di appurare che il vetusto peschereccio è stato effettivamente utilizzato, come ipotizzato, come vettore di trasporto di migranti per una della tante traversate dal Mediterraneo verso le coste italiane. Nello specifico l’imbarcazione era quella dalla quale il 20 novembre scorso furono tratti in salvo e trasbordati circa 580 migranti, fatti sbarcare nei porti siciliani di Catania, Messina ed Augusta.

Il motopesca incagliato sul litorale di Torre Veneri

Le condizioni proibitive del mare in tempesta avevano consentito il difficoltoso intervento di recupero e di messa in sicurezza delle persone a bordo, mentre il motopeschereccio era rimasto in balia delle onde e delle correnti ad oltre 80 miglia dalla costa sud orientale della Sicilia. Prima che le autorità locali potessero avviare un eventuale attività di recupero dell’imbarcazione, la stessa è andata alla deriva fino ad essere sospinta dalle forti mareggiate verso la costa salentina.

La capitaneria di porto di Gallipoli e quella di Otranto stanno operando al fine di dar seguito ad una procedura d'urgenza per il recupero e la successiva demolizione del motopesca (a cura dell'agenzia delle dogane per il tramite della prefettura di Lecce) al fine si preservare il tratto costiero.

E’ in corso infatti il monitoraggio sulla corretta attuazione delle procedure relative all’attivazione del piano locale antinquinamento partito subito, fin dal ritrovamento dell’unità alla deriva. E’ stata dichiarata l’emergenza locale dal capo del compartimento di Gallipoli, Pasquale Vitiello, al fine di tutelare oltre che l’ambiente marino anche il prospiciente sito di interesse comunitario e poco distante dalla riserva naturale de “Le Cesine”.

Ispezioni per la tutela del tratto costiero

Sono terminate nella tarda serata di ieri le prime operazioni d’ispezione del natante adagiato sul basso fondale di Torre Veneri. Hanno preso parte alle operazioni personale dei sommozzatori dei vigili del fuoco, reparto Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, radiologico) e squadre di terra. Sul posto anche i militari dell’ esercito italiano e della capitaneria di porto. A bordo sono stati ritrovati solo i resti di indumenti e alimenti.

Nella giornata di domani invece si effettuerà un nuovo sopralluogo congiunto con personale tecnico e subacqueo dei vigili del fuoco di Bari finalizzato allo svolgimento di operazioni di messa in sicurezza per lo sversamento di eventuali idrocarburi o sostanze potenzialmente inquinanti per l'ambiente marino e costiero. Un’accurata ispezione alla carena svelerà la presenza di eventuali falle al fine di meglio definire lo stato di fatto in cui versa il peschereccio.

Il motopesca viene costantemente monitorato dal personale della guardia costiera e da quello dell’esercito, essendo l’area adibita a poligono militare e sebbene non ci siano forme di inquinamento evidenti, l’imbarcazione ha comunque subito uno sbandamento ed é stata trasportata ulteriormente dalla corrente e dalle onde di 15 metri verso la riva. Nel frattempo, la Lega Navale di Frigole ha messo a disposizione delle autorità la propria base e l’accesso a mare, in modo da agevolare l’operato dei tecnici nella salvaguardia dell’ambiente marino.

Barca a vela alla deriva a Torre Pali

Intanto questa mattina al largo della costa ionica di Torre Pali, lungo la dorsale del litorale di Salve, alcuni diportisti hanno avvistato un altro natante incagliato sul fondale a poche centinaia di metri dalla riva.

Si tratta di una barca a vela, senza nessuno a bordo, ne segni distintivi apparenti tranne una piccola bandierina tricolore italiana, che intorno a mezzogiorno, dopo essere andata alla deriva è rimasta incagliata e adagiata su un fianco.

La barca a vela alla deriva al largo di Torre Pali-2

Anche in questo caso sono state allertate le autorità costiere competenti e sono in corso verifiche per risalire alla provenienza del natante che non necessariamente potrebbe essere stato utilizzato da migranti, ma potrebbe essere andato alla deriva dopo essersi disancorato da qualche darsena o porticciolo.          

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