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Cronaca

In palestra “clandestinamente” per smaltire. E nei guai pure un ristorante

A Gallipoli tre multati dai carabinieri: si allenavano. A Lecce, attività sanzionata. Per la polizia locale, non faceva solo asporto

LECCE – Quei manubri d’acciaio scintillanti sotto i raggi del sole che fendevano le persiane, quei sellini di cyclette che sembravano (insolitamente) comodi come sofà, quei tapis roulant suadenti come il richiamo di sirene adagiate sugli scogli. Non devono avercela proprio fatta a resistere alla tentazione.

Anche perché, mettici peso su peso. Sull’emergenza claustrofobica da coronavirus, che induce al pasto compulsivo, non poteva capitarci qualcosa di peggio di Pasqua, con le sue prelibatezze - fra parmigiane, agnelli al forno e chissà cos’altro -, passate, in qualche caso (sospetto lecito) clandestinamente di casa in casa. E poi le uova, quelle uova di cioccolato irresistibili, immancabili pure nella clausura indotta da un sovrastarsi di decreti. Insomma, titolare di una palestra e due fidi amici, domenica mattina, hanno deciso che fosse giunto il momento di buttare giù un po’ di grassi superflui.

Ma quanto può costare, la forma… quanto? E non si parla di rette da pagare, ma di multe. Sì, perché, in quel di Gallipoli, la mattina di domenica 20 aprile, c’erano in giro anche i carabinieri. Città deserta, ovviamente, e quindi ai militari non sono sfuggiti gli insoliti segni di vitalità provenienti da una palestra. Il rumore della fatica li ha attirati all’interno e così vi hanno trovato i tre inadempienti ai regolamenti. Il titolare, appunto, uno stimato professionista e un altro uomo. Tutti, all’incirca, di mezza età.

Probabilmente non piace a nessuno, questa situazione, nemmeno a chi deve stilare verbali che sarebbero assurdi in altre epoche, abituato a ben altro tipo di indagini e retate. Ma così è. Tutti e tre sono stati sanzionati, come giusto che fosse, perché vale il principio. Saranno stati pure distanziati, ma l’attività non poteva essere aperta.

E a Lecce, nei guai il ristorante

Anche a Lecce, comunque, non sono mancati i verbali. Fioccati tutti oggi. Uno ha riguardato un ristorante con somministrazione di alimenti e bevande di via Cesare Abba che, secondo quanto riscontrato dalla polizia locale, non avrebbe rispettato l’obbligo di vendere solo attraverso consegne a domicilio.

Il locale è stato trovato aperto per la vendita da asporto alla presenza di alcuni clienti. E così, gli agenti hanno contestato la violazione del decreto legislativo 19/2020 che prevede la sanzione di 400 euro e la sospensione dell’attività consentita  per cinque giorni. E’ stata, questa, l’unica attività commerciale non in regola con la normativa anti CoVid-19 delle 47 controllate in giornata.

Sarà invece sanzionato nei prossimi giorni un uomo residente a Surbo che ha dichiarato agli agenti di essere andato da un ottico per la sostituzione delle lenti degli occhiali. L’attività riportata nell’autodichiarazione, però, è risultata chiusa per tutta la mattinata al successivo controllo della pattuglia.  Non sono comunque state riscontrare altre violazioni alla normativa a Lecce, dove la polizia locale ha acquisito  140 autocertificazioni.

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