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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Nociglia

Nassirya, 4 anni dopo. Il Salento ricorda la strage

Il 12 novembre del 2003 19 fra carabinieri, militari dell'esercito e civili italiani persero la vita in seguito ad un attacco di Al Qaeda ad una postazione in Iraq. Fra loro c'era il salentino Carrisi

"La guerra entra nelle case degli italiani", scrisse La Repubblica. Poco dopo le 8,30 del mattino del 12 novembre del 2003, l'orrore via etere. Diciannove italiani scomparsi, seppellite dalle macerie in un conflitto in terre remote che la televisione, quel giorno, rese forse per la prima volta vicino e concreto in tutta la sua immane tragedia, dando l'annuncio dei loro nomi. Nassirya, quattro anno dopo. In Italia si commemora la strage: dodici carabinieri, cinque soldati dell'esercito, due civili scomparsi in una folle mattinata di autobombe e sangue, nel corso dell'operazione "Iraqi Freedom" che tante discussioni, anche animate, ha generato in Occidente. Anche per il Salento è stato un giorno particolare, di commemorazione profonda. Quel giorno, sotto la furia dei militanti di Al Qaeda, anche questo estremo lembo di terra perse uno dei suoi figli, il primo caporal maggiore Alessandro Carrisi, originario di Trepuzzi.

I 19 scomparsi nell'adempimento del loro dovere sono stati ricordati con manifestazioni in tutta la penisola. Nel Salento, tante le attestazioni per questo quarto anniversario della strage. Il presidente provinciale di Alleanza nazionale Ugo Lisi ha partecipato ad una manifestazione presso il Castello Baronale di Nociglia, ricordando come sia "ancora vivo in noi quel sentimento di dolore e sgomento dinanzi al sacrificio dei militari italiani morti in missione di pace. Niente e nessuno potrà restituire alle loro famiglie le vittime di un simile atto. Ricordiamo ancora con rispetto e ammirazione il loro sacrificio - ha concluso Lisi -, il sacrificio di quei figli del nostro paese che hanno pagato con la vita il compito di riportare pace e libertà in un territorio martoriato per anni da una lunga e tragica dittatura".

"Ricordare Nassiriya per onorare il sacrificio dei nostri soldati". Questo invece il commento di Antonio Buccoliero, consigliere regionale dell'Udeur. "La morte dei nostri soldati a Nassiriya non può e non deve essere dimenticata, perché il loro sacrificio estremo deve poter rappresentare, in ogni momento, la certezza che non si deve mai smettere di lottare per una società migliore, nel Salento come nel resto del mondo. Ancora oggi, così come il 12 novembre del 2003 il dolore ed il senso di impotenza restano dominanti nel cuore e nella mente di ognuno di noi. Un pensiero di affettuosa vicinanza va ai familiari delle vittime ed in particolare alla famiglia del caporale Alessandro Carrisi, originario di Trepuzzi, che in Iraq aveva saputo portare il calore e la sensibilità di un Salento vicino ai problemi dei più deboli, in particolar modo dei bambini. La consapevolezza che i nostri soldati hanno saputo distinguersi in umanità e sensibilità - ha concluso Buccoliero - ci dà la forza di guardare al futuro con la convinzione che una vita spesa a servizio degli altri, in un cammino di crescita comune, non potrà mai morire o essere dimenticata".

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