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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Castrignano del Capo

Nel Basso Salento finanza scova cinque pozzi abusivi

Da Morciano a Castrignano del Capo, da Salve a Presicce, le fiamme gialle di Leuca hanno scoperto pozzi illegali per l'estrazione di acque sotterranee. I responsabili rischiano 30mila euro di sanzione

LEUCA (Castrignano del Capo) - L'acqua è un bene pubblico da tutelare non solo dalle speculazioni dei grossi interessi privatistici, ma anche dai "furbetti", che la sfruttano illecitamente a danno della collettività. C'è questo principio alla base dell'operazione delle "fiamme gialle" della tenenza di Leuca, che hanno individuato cinque pozzi abusivi per l'estrazione di acque sotterranee, in una fetta di territorio del basso Salento.

Nello specifico, l'operazione della tenenza di Leuca ha riguardato un monitoraggio del fenomeno, individuando nei comuni di Morciano di Leuca, Castrignano del Capo, Salve e Presicce, cinque pozzi illegali, di cui quattro completamenti abusivi, privi cioè di qualsiasi autorizzazione ed in evasione dei canoni idrici dovuti, mentre per il quinto, pur autorizzato, il proprietario pagava un canone annuo inferiore rispetto a quello effettivo. I responsabili ora rischiano pesanti sanzioni pecuniarie, fino ad una somma di 30mila euro, oltre al pagamento per intero dei canoni non versati, risultati pari a complessivi 15mila e 587 euro.

Nell'ambito dell'attività di servizio della guardia di finanza nella provincia, viene riservato un particolare impegno all'individuazione di coloro che sfruttano abusivamente l'acqua, bene pubblico per eccellenza e come tale da salvaguardare nell'interesse dell'intera collettività. Occorre sottolineare che le risorse idriche, comprese le acque sorgenti artificialmente estratte dal sottosuolo, facciano parte del demanio idrico dello Stato.

Pertanto, la ricerca di nuove fonti e l'emungimento di acqua dal sottosuolo è subordinata al rilascio del provvedimento di concessione da parte dell'autorità regionale preposta (uffici dell'ex genio civile ora strutture tecniche provinciali della regione Puglia), nonché al pagamento di un canone annuo, differenziato a secondo del diverso utilizzo. Appare evidente, quindi, che lo sfruttamento di risorse idriche senza alcuna autorizzazione preventiva, oltre a costituire un danno per l'ambiente e per le casse pubbliche, rappresenti un'ingiustizia per quei cittadini, proprietari di pozzi, rispettosi delle regole.

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