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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Nessun abuso per Mellone e giunta: archiviata inchiesta sulla luce votiva al cimitero

La querelle con la ditta Borgia aveva portato anche ad un risvolto penale dopo un esposto. Il gip Proto ha disposto l’archiviazione per il sindaco e sette assessori

NARDO’ - Dopo le tregua amministrativa tra l’amministrazione comunale di Nardò e la ditta di Giovanni Borgia, già concessionaria del servizio dell’illuminazione votiva del cimitero, si chiude anche il risvolto penale della vicenda che nel giugno dello scorso aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagarti del sindaco Pippi Mellone  e sette tra attuali ed ex assessori della giunta comunale. Sulla base di un esposto finito sui tavoli della procura gli amministratori comunale erano stati accusati per un presunto abuso d’ufficio nell’ambito della decisione di revocare il contratto d’appalto con la ditta Borgia.

Decisione che aveva portato ad un lungo braccio di ferro tra la ditta e il Comune, con gli atti impugnati anche dinnanzi al Tar e al Consiglio di Stato. La revoca dell’appalto dell’illuminazione votiva alla ditta Borgia era stata ritenuta legittima dal Tribunale amministrativo e tutta la querelle era stata poi risolta nel merito con l’accordo stragiudiziale tra il Comune di Nardò e la stessa ditta dando il là all’accordo transattivo di riappacificazione. Contestualmente era partito anche un filone penale che si è ora concluso sul nascere con l’archiviazione e la legittimazione, priva di qualsivoglia  abuso, riconducibile all’operato dell’amministrazione comunale.                    

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giulia Proto, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Donatella Palumbo, ha infatti emesso un decreto di archiviazione nei confronti del sindaco Pippi Mellone e dei sette assessori che risultavano indagati nell’inchiesta sulla gestione dell’illuminazione votiva nel cimitero comunale. Un procedimento per il quale, nel maggio scorso, c’era stata una proroga delle indagini chiesta dal pm. Indagini che evidentemente non hanno però fatto emergere abusi o illegittimità negli atti degli amministratori comunali come palesato dall’esposto. Sul registro degli indagati, oltre al sindaco Mellone, difeso dall’avvocato Giuseppe Corleto, erano finiti gli assessori in carica all’epoca dei fatti contestati, ovvero Oronzo Capoti, Ettore Tollemeto, Stefania Albano, Mino Natalizio, Gianpiero Lupo, Giulia Puglia e Maria Grazia Sodero.

“Come previsto ai soliti ignoti è andata male anche stavolta. A distanza di qualche mese dalla proroga delle indagini, il mio legale, l’avvocato Corleto, mi ha comunicato oggi la notizia dell’archiviazione per me e per tutta la mia squadra” commenta il primo cittadino, “questo significa che l’operato mio e della giunta è stato sempre pienamente legittimo e volto all'interesse dei cittadini, ora lo ha certificato anche la magistratura. Una certezza che i neretini hanno già sperimentato: con noi il canone della luce votiva è passato da 24 a soli 13 euro e a gestire gli incassi è direttamente il Comune”.

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