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Cronaca Gallipoli

"Nessuna truffa via web: è tutta colpa di un hacker"

Merce pagata e mai arrivata. Madre e figlio di Gallipoli si difendono dalle accuse, tramite gli avvocati. "La ditta regolarmente registrata". Un pirata informatico avrebbe violato la posta elettronica

GALLIPOLI - L'altra verità della storia che vede al centro madre e figlio di Gallipoli, indagati dai carabinieri della compagnia locale per truffa continuata, la raccontano gli avvocati Sabrina Conte e Anna Toma, ai quali si sono affidati per cercare di dirimere i dubbi in merito a merce (articoli di elettronica e televisori, in particolare) che molte persone di diverse parti di Italia sostengono di non aver mai ricevuto, dopo un scambio di e-mail ed il pagamento versato su conto corrente. Insomma, secondo quanto riferito dai legali, le cose non starebbero esattamente come ravvisato dagli investigatori.

A partire dalla questione della regolarità società stessa. Non sarebbe, infatti, inesistente. Madre e figlio sarebbero titolari di partita Iva e l'attività regolarmente iscritta alla Cciaa (Camera di commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura). Gli avvocati fanno sapere che entrambi gestiscono un punto vendita in pieno centro, a Gallipoli, e che il loro sito Internet recherebbe tutte le caratteristiche di trasparenza e completezza delle informazioni richieste dalla normativa del codice di consumo. Reperibili, fra le altre cose, numero fisso di telefono ed un numero Skype, per poter interloquire anche via video.

Il nodo della questione è rappresentato, comunque, in particolare dalla vendita via web di elettrodomestici. Gli avvocati Conte e Toma spiegano, a tale proposito, che questa sarebbe assistita da documentazione su cartaceo quale buono d'ordine inviato al cliente, assieme al numero d'identificazione dell'ordinativo della fattura per il prezzo d'acquisto. Dove nasce, dunque, il problema? I legali difensori dei due accusati, intendono dimostrare come tutto sia nato a causa di un hacker. Un pirata informatico avrebbe violato la posta elettronica del sito, lanciando un allarme truffa a tutti gli iscritti reperiti. Gli acquirenti sarebbero dunque caduti in un tranello, sempre secondo la versione della difesa. Ed avrebbero manifestato il timore di essere stati raggirati.

Sempre sulla scorta di questa ricostruzione, la prima denuncia, quella che poi ha fatto scattare la molla investigativa, sarebbe giunta da un avvocato di Roma, il quale avrebbe poi rimesso la querela, poiché rimborsato lo stesso giorno, prima che i clienti ne avessero notizia. Il rimborso, dunque, corrisponderebbe all'intera somma anticipata per l'acquisto di un televisore, poiché si sarebbe verificato un ritardo nella consegna. L'avvocato Sabrina Conte scrive, in particolare, che "le denunce versate in atti sono appena tredici a fronte di centinaia di ordinativi e questi signori hanno presentato querela solo dopo aver ricevuto una ulteriore mail di sollecito dai militari operanti".

I soldi, come riportato da qualcuno, non sarebbero, dunque, spariti, "ma rinvenuti interamente nel conto corrente sottoposto a sequestro". Chi non volesse la merce ordinata, sarebbe a questo punto rimborsato, non appena si otterrà lo svincolo delle somme. Il pirata informatico che si sarebbe insinuato nella rete, d'altro canto, è stato a sua volta denunciato alla polizia postale dai due commercianti gallipolini. I quali si dicono fiduciosi nella magistratura, contando di chiarire al più presto la loro posizione. Tutto, concludono gli avvocati, sarebbe infatti "supportato da idonea documentazione". Questo l'esito dell'indagine dell'Arma: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=19290.

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