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Cronaca

Nessuno sfruttamento nel call center di Cavallino: vengono assolti in cinque

Si chiude il processo per violenza privata partito dalla denuncia di due lavoratori. In sei avevano chiesto un grosso risarcimento

Soffocati ed esasperati dalla richiesta dei superiori di tenere un alto ritmo produttivo, bacchettati a suon di minacce e insulti se non avessero rispettato le regole che prevedevano l’impossibilità di fare anche brevi pause per rispondere al telefono, per andare in bagno o semplicemente per staccare qualche minuto dopo ore di lavoro.

E’ questo il clima che si sarebbe vissuto nel call center di Cavallino della “srl Progetto vendita” di Catania, secondo alcuni lavoratori, nel settembre del 2013. Ed è così, proprio in seguito alla denuncia di due di loro, che erano finiti al banco degli imputati con l’accusa di violenza privata la responsabile Elisa Anna Greco, 43 anni, di Galatina ma residente a Soleto, e i suoi collaboratori Maria Angela Piccinni, 37, di Gagliano del Capo, Maria Concetta Accogli, 38, di Scorrano, Marco De Vitis, 33, di Lecce ma residente a Lizzanello, e Vincenzo Mancini, 39, di Brindisi ma residente a Lizzanello.

Ma il processo ha depennato le accuse mosse dai dipendenti (in sei si erano costituiti parte civile con l’associazione Cobas) che attraverso i loro avvocati (Salvatore De Mitri, Roberta Capodieci, Benedetto Scippa e Cosimo Miccoli), avevano avanzato una richiesta risarcitoria complessiva di quasi 4milioni di euro (per la precisione di 550mila euro a testa). “Assoluzione perché il fatto non sussiste”, non lascia dubbi il verdetto pronunciato questa sera dal giudice Valeria Fedele, al quale la pubblica accusa aveva invocato la condanna di 3 anni e 8 mesi per ciascun imputato. Ora non resta che attendere le motivazioni della sentenza.

Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Francesco Calabro, Viola Messa, Alessandro Paladini, Gianfranco Gemma, Marino Giausa, mentre la società, citata come responsabile civile, era assistita dall’avvocato Giuseppe Corleto.

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