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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Elezione del revisore dei conti a Nardò, chiesta l’archiviazione per sindaco e altri 21

L’accusa era di abuso d’ufficio. Ma la pm ha condiviso le argomentazioni sostenute dalla difesa in una corposa memoria per smontare gli addebiti

NARDO' - E’ stata chiesta l’archiviazione nell’ambito dell’inchiesta che vedeva sott’accusa per abuso d’ufficio il sindaco di Nardò Pippi Mellone, un assessore, un dirigente e 19 consiglieri.

L’accusa era di aver modificato “ad personam” lo Statuto del Comune che all’articolo 82 imponeva l’ineleggibilità a revisore di coloro che avevano partecipato all’ultima campagna elettorale, ma  dopo l’avviso di conclusione delle indagini, la difesa dei 22 indagati, aveva presentato una corposa memoria per smontare gli addebiti.

La sostituta procuratrice Donatina Buffelli, titolare del fascicolo, condividendo le argomentazioni difensive, sostenute tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Corleto, Silvio Verri e Lucio Calabrese, ha ritenuto quindi di presentare istanza di archiviazione, rispetto alla quale, nei prossimi giorni, si pronuncerà il gip.

Oltre a Mellone, sul registro della pm erano finiti: l’assessore al bilancio Giampiero Lupo, il responsabile del servizio economico-finanziario Pantaleo Francesco Isceri e i consiglieri comunali Antonio Tondo, Massimo Dito, Carlo Benegiamo, Daniela Bove, Anna Lisa Rita Cuppone, Gianluca Fedele, Alberto Egidio Gatto, Pierpaolo Giuri, Augusto Greco, Paolo Maccagnano, Pantaleo Manieri, Gabriele Mangione, Maria Giulia Manieri-Elia, Lucio Margarito, Francesco Plantera, Alessandra Prete, Pier Luigi Tarantino, Ettore Tollemeto, Giuseppe Verardi.

In particolare, all’attenzione del magistrato era finita la elezione di Alessandro Sanasi quale presidente del consiglio del collegio dei revisori dei conti per il triennio 2022/2024. Il sospetto è che fosse avvenuta nonostante lo stesso si fosse candidato alle ultime amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Nardò (tenutesi il 3 e 4 ottobre del 2021) nella lista “Liberi Popolari” a sostegno del sindaco eletto, operando così una sorta di “sanatoria” rispetto allo Statuto.

In questo modo, avrebbero consentito a Sanasi di beneficiare di un compenso annuo superiore ai 28mila euro.

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