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Cronaca

Ex Bat, nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil: “Imprenditori inadeguati”

Forti perplessità da parte delle segreterie confederali sulla situazione creatasi dopo la chiusura del tabacchificio: “Il ministero dello Sviluppo economico deve dare piena attuazione all’accordo del dicembre 2010”

 

LECCE - Di seguito una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil sulla situazione successiva alla riconversione - per ora assai parziale - della Bat. 

Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Lecce esprimono forte preoccupazione per l’inasprimento della vertenza che coinvolge i lavoratori ex Bat (British American Tobacco ex Manifattura Tabacco) di Lecce. Vertenza che, lungi dal trovare una positiva soluzione nel percorso di riconversione industriale, si sta invece arenando a causa della evidente inadeguatezza al proprio ruolo di alcuni imprenditori. Occorre farne i nomi?

L’azienda Hds, dopo aver presentato, non uno, ma ben quattro piani industriali, oggi lascia per strada i 22 lavoratori in forse. Il senatore Piccone, amministratore dell’azienda IP, forse sta pensando di seguire l’esempio di Hds: ricordiamo infatti che non solo ci sono 70 lavoratori che “passeggiano” (loro malgrado) in uno stabilimento deserto nel quale troneggia una sola macchina, ma, ad oggi, questi lavoratori non hanno ancora percepito le retribuzioni di giugno, luglio e agosto.

Jacobucci, l’azienda più corposa con 120 lavoratori, sembra abbia acquisito commesse sufficienti per far partire a regime la produzione: auspichiamo che siano rimossi gli ultimi ostacoli che impedirebbero che ciò avvenga nel più breve tempo possibile. I sindacati confederali, pertanto, sollecitano ancora una volta il ministero dello Sviluppo Economico a far sì che il  più volte menzionato accordo del 2 dicembre 2010 abbia finalmente piena attuazione. In tal senso occorre che il tavolo romano veda la partecipazione costante di tutti i soggetti firmatari dell’accordo originario, a partire proprio da Bat Italia che, fino a quando non saranno attivati i progetti industriali e non ci sarà garanzia di lavoro, dovrà sedere e rispondere nei momenti di verifica e delle eventuali iniziative alternative.

Chiediamo che gli impegni assunti proprio in sede ministeriale abbiano continuità, nel rispetto di un territorio già pesantemente penalizzato e di centinaia di famiglie lasciate allo sbando. In tutta questa criticità, ci aspettiamo maggiore responsabilità di ruolo da parte di chi, invece di gettare benzina sul fuoco con polemiche pretestuose, dovrebbe avere più a cuore il benessere dei cittadini: ricordiamo che le scadenze importanti non sono solo quelle elettorali.

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