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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Patù

Novelli, tanti misteri sulla morte del manager dell'Asl

La Procura di Taranto ha cambiato opinione e dispone la riesumazione della salma per svolgere l'autopsia. A Patù il medico legale incaricato. E intanto, voci dalla politica: "L'Asl faccia luce"

PATU' - Massimo Novelli, 40enne, manager uscito dalla Bocconi, uomo in carriera, tanto da aver accettato una sfida difficile come quella della gestione della Sanitaservice, con tutti i suoi problemi derivanti dal processo di internalizzazione del personale, è stato trovato morto la mattina del 25 agosto scorso nelle campagne del tarantino. In contrada "Miceli", zona di Martina Franca. Così lontano da casa, nel Salento, ma anche dal luogo di lavoro, l'Asl di Bari, da cui la Sanitaservice dipende.

Una telefonata ai carabinieri che segnalava un uomo privo di sensi in una Passat immobile nella strada sterrata, la verifica dei carabinieri, e la scoperta. Ma anche un'inchiesta inizialmente subito archiviata come suicidio tramite ingestione di acido muriatico insieme ad acqua (ritrovate diverse bottiglie, in auto) e ora riaperta, viste anche diverse pressioni. A partire da quelle famiglia, che cerca verità in un mare di ombre, e proseguendo con la stampa e con parte della politica.

La salma sarà dunque riesumata, su disposizione del sostituto procuratore di Taranto Filomena Di Tursi (sotto cui ricade l'inchiesta, ovviamente, stante il ritrovamento del cadavere in quella provincia), e recuperata dal cimitero di Patù, piccolo centro della provincia di Lecce, dove le spoglie del manager sono state seppellite, dopo le esequie. Ad occuparsi dell'autopsia, il medico legale Marcello Chironi. Servirà a capire definitivamente se l'atto è stato volontario o se vi possa essere dell'altro. In questo secondo caso, si aprirebbe un vero e proprio giallo.

Ad ogni modo, sono già tanti i misteri legati al caso. A partire dall'assenza di biglietti che spiegassero i motivi di un gesto così estremo, da parte di un uomo stimato e serio, padre di famiglia (due gemellini) e che sembrava dovesse avere una strada futura solida, davanti a sé. Il giorno precedente alla scomparsa, c'era stato un incontro presso i vertici dell'Asl, in cui Novelli aveva manifestato molte perplessità, tanto da voler rassegnare le dimissioni. Diverse le problematiche legate all'internalizzazione, a partire da una sessantina circa di posizioni che sembrava molto difficile poter mettere in regola. Tensioni su tensioni, nel caso della Sanitaservice, e chissà se non ci sia dell'altro, qualcosa che tormentava in modo particolare Novelli.

Di certo, tutto il caso che vede al centro la società in house creata dall'Asl per assumere e gestire direttamente il personale impiegato nei servizi di ausiliariato, pulizie e portierato che prima erano affidati a ditte, è stato costellato di problemi. Entrata a pieno regime lavorativo solo nel mese di maggio, la sua creazione è stata al centro di una bufera politica e di un'estenuante lotta portata avanti per tutto l'inverno dai lavoratori che reclamavano l'assunzione diretta a fronte di un conclamato risparmio per l'Asl di Lecce. Il processo d'internalizzazione era stato deciso dalla Regione Puglia attraverso la legge numero 4 del 2010, poi impugnata dal governo centrale che ha sollevato il sospetto di incostituzionalità di fronte alla Corte competente.

La sentenza della Consulta, arrivata a marzo, al termine del lungo braccio di ferro tra Bari e Roma, ed in particolare tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e il governatore della Puglia, Nichi Vendola, aveva in parte frenato il processo d'internalizzazione dichiarando illegittime le assunzioni a tempo indeterminato da parte della Asl di Lecce. L'interpretazione della sentenza ha poi chiarito che nessuna regionale poteva stabilire che tipo di contratto applicare ai lavoratori assunti (ed imporre così il tempo indeterminato), per cui in primavera il processo di internalizzazione si è concluso a buon fine per i 680 operatori in agitazione di Lecce, così come era già avvenuto per tutti gli altri lavoratori che prestavano servizio in appalto per le Asl pugliesi. Non senza ulteriori problematiche, evidentemente.

E se da un lato cerca di far luce sul caso la Procura, dall'altro si muove anche la politica. "E' incomprensibile l'inerzia dell'assessorato alla Sanità e dell'Asl di fronte alle circostanze sempre più opache che avvolgono la tragica, e allo stato inspiegabile, morte di Massimo Novelli: mentre la Procura di Taranto decide di riesumare il cavadere per eseguire la autopsia e approfondire le cause mediche del decesso, la Regione mostra di voler girare la testa dall'altra parte, malgrado siano stati proprio i vertici della azienda sanitaria barese a riferire, in più di una intervista, dello stato di ansia e preoccupazione nel quale Novelli aveva riferito di trovarsi e siano stati proprio i vertici della Asl a riferire di pressioni e minacce che Novelli aveva subito a causa del suo lavoro". La dichiarazione è del coordinatore regionale della Puglia prima di tutto, Salvatore Greco.

"La dirigenza della Asl di Bari - spiega Greco - ha parlato nei giorni scorsi di pressioni e minacce che non meglio precisati esponenti sindacali avrebbero rivolto all'indirizzo di Novelli, il quale proprio a seguito di queste circostanze aveva chiesto di essere sollevato dall'incarico. Un giovane professionista, padre di famiglia, con prospettive di carriera brillanti, così come viene unanimemente descritto e come non c'è motivo di dubitare che fosse, non getta la spugna del proprio lavoro per una sentenza della Corte costituzionale - aggiunge il consigliere regionale - rispetto alla quale peraltro egli non aveva alcun tipo di responsabilità. Il che getta ombre pesanti di sospetto sul clima nel quale Novelli dev'essersi trovato a lavorare. E questo, sia detto per inciso, vale anche indipendentemente dalla drammatica fine del manager".

"Per questo - conclude Greco - torniamo a chiedere che l'assessore e l'Asl si attivino per approfondire la vicenda per gli aspetti di competenza, facciano chiarezza su ciò che è successo, nel caso riferiscano agli inquirenti tarantini e con urgenza anche al Consiglio regionale. E comunque assicurino serenità alla attività di Sanitaservice e delle altre omologhe società create per stabilizzare il personale ausiliario della sanità pugliese".

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