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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Novoli

L’ultimo saluto a Donatella e il richiamo al “reciproco rispetto”

A Novoli il funerale della giovane uccisa dal marito, le cui esequie si sono tenute a Veglie. Nell'omelia di monsignor Seccia, l'esortazione all'educazione verso la sacralità della vita umana

NOVOLI – Un dolore incancellabile, una tragedia di tale immensità che ha scosso non solo la comunità di Novoli, ma che ha varcato di gran lunga i confini locali, andando ad alimentare i foschi numeri dei femminicidi in Italia. E tuttavia, nella disperazione per una vicenda talmente grossa che le semplici parole della cronaca non possono realmente narrare, il tentativo di non cedere all’ira, umanissimo sentimento, ma di superarla per arrivare al perdono. Quel perdono che il padre di Donatella Miccoli, Fiorello, ha espresso a nome della famiglia durante il funerale, che s’è svolto oggi presso la chiesa parrocchiale Sant’Andrea Apostolo, officiata dall’arcivescovo Michele Seccia, sottolineando, di fatto, il senso delle parole più significative pronunciate da quest’ultimo.

Palloncini bianchi, cartelli e mestizia, lacrime e incredulità, ma anche l’affettuoso applauso di quanti si sono raccolti all’esterno della chiesa da Novoli e da altri comuni, hanno accolto il passaggio del feretro di Donatella, al termine delle esequie. Tutto questo mentre a Veglie, nella chiesa Madonna di Lourdes, il vicino paese di cui era originario, il parroco Salvatore Innocenzi officiava un altro funerale, quello di Matteo Verdesca, il marito di Donatella, che, colto da un raptus, durante una lite, l’ha assassinata a coltellate, per poi togliersi la vita, secondo un tremendo copione già visto altrove. E chissà quale indescrivibile strazio interiore sta vivendo la famiglia di questo giovane, ben conscio e lucido per quanto fatto, tanto da confidarsi con la madre subito prima di recarsi in una zona di campagna con l’auto e darsi fuoco all’interno dell’abitacolo.

Monsignor Seccia: "Educare al reciproco rispetto"

“La tristezza ha riempito i nostri cuori”, ha esordito monsignor Seccia nella sua lunga omelia, in cui ha ricordato come tutti quanti, in questo momento “ancora una volta, ci domandiamo il senso di una vicenda illogica, assurda, priva di senso”.

“Dal profondo del dolore e dell’angoscia, ti supplicano i genitori di Donatella, straziati da un vuoto incolmabile. Ti chiedono aiuto i due figli di due e sette anni, Diego e Sofì, rimasti orfani dei loro genitori, ma che non saranno mai lasciati soli dalla nostra comunità. Piange Serena, la sorella, che da poco col suo sposo hanno accolto il dono della vita con la nascita del piccolo Mattia”, ha proseguito monsignor Seccia, confessando al Signore “la nostra incapacità di comprendere l’accaduto. Una domanda, infatti, corre di voce in voce e ingenera preoccupazione e sconforto: perché la morte di una innocente? Perché una crisi familiare è sfociata in tanto sangue? Perché tanto pianto e dolore, tanta tenebra e oscurità?”.

Mestizia per la morte della giovane madre

“Quante volte abbiamo detto, promesso e perfino giurato: mai più tanto strazio, mai più siffatte tragedie, mai più violenza sulle donne. Mai più il femminicidio. Eppure – ha proseguito –, se contiamo sulle nostre sole forze, se ci fidiamo solo della nostra umanità così debole e fragile, senza educare in profondità alla sacralità della vita umana, al reciproco rispetto e al perdono, falliamo miseramente nel nostro agire e operare”. E l’arcivescovo, a tale proposito, ha ricordato che Gesù “ci sprona a non assuefarci al male, a non abituarci alle tragedie e a curare e guarire il nostro cuore malato”.

Nelle conclusioni, monsignor Seccia ha fatto un’invocazione, che “la misericordia e l’amore prevalgano sulle ruggini del rancore e del risentimento”. Ricordando che la violenza deve essere sostituita da perdono e riconciliazione. Un passaggio che sembra rivolto a tutte le coppie, tutte le famiglie, per indurle al dialogo. Quel dialogo che a volte può essere l’unico antidoto contro incomprensioni che, portate all’estremo, rischiano di tradursi in nuove, disperanti tragedie.

Qui sotto, in Pdf, si può scaricare l'omelia completa dell'arcivescovo metropolita di Lecce Michele Seccia.

Omelia funerali di Donatella

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