rotate-mobile
Cronaca Castro

Nuova udienza per il crollo di Castro, la parola passa ai periti di parte

Nell’udienza odierna sono stati ascoltati alcuni consulenti di parte che hanno, attraverso le loro perizie, confutato il lavoro svolto dal consulente nominato dalla Procura della Repubblica di Lecce, il professor Amedeo Vitone

LECCE – Torna in aula il processo riguardante il crollo che il 31 gennaio del 2009 sfregiò il volto di piazza Dante, a Castro (il processo è ripartito dopo l’indisponibilità del giudice competente). In tutto sono quindici gli imputati finiti a giudizio con l’accusa di concorso in disastro colposo, “per colpa consistita in imprudenza, imperizia, negligenza e inosservanza di regole di sicurezza nell’esecuzione di lavori edili”. Si tratta, in particolare, di Martino Ciriolo, Giovanna Lazzari, Gabriele Fersini, Speranzina Antonazzo e Maria Fedele, proprietari e conduttori degli immobili coinvolti nel crollo; Fernando Schifano, responsabile dell'ufficio tecnico comunale; Rinaldo Coluccia, Angelo Rizzo, Antonio Fersini e Antonio Ciccarese, componenti della commissione edilizia che approvò l’esecuzione dei lavori negli edifici; Luigi e Domenico Fersini e Francesco Rizzo,  direttore dei lavori e titolari delle imprese che li hanno eseguiti.

Nell’udienza odierna sono stati ascoltati alcuni consulenti di parte che hanno, attraverso le loro perizie, confutato il lavoro svolto dal consulente nominato dalla Procura della Repubblica di Lecce, il professor Amedeo Vitone. Nella consulenza (redatta con il professor Carlo Viggiani, e l’ingegnere Pietro Foderà (ex comandante provinciale dei vigili del fuoco di Lecce), gli esperti dimostrarono come la mano dell’uomo intaccò gradualmente la collinetta tufacea prossima al porticciolo della località balneare.

Gli inquirenti puntano il dito contro i lavori che furono eseguiti in quattro esercizi commerciali: lo “Speranbar”, “Sport pesca mare” e la pasticceria “Le delizie”. Lavori che indebolirono gravemente una parte strutturalmente molto importante dell’edificio contiguo all’area del crollo, e in esso parzialmente coinvolto, realizzati in parziale difformità rispetto al progetto originario.

Era il tardo pomeriggio del 31 gennaio 2009 quando piazza Dante, fiore all'occhiello della località marina, si trasformò in un cumulo di macerie. Ad essere coinvolti nel crollo furono diversi immobili fra negozi ed abitazioni private. Solo alcune fortunate coincidenze e il fatto in quel gelido sabato pomeriggio di gennaio il luogo fosse pressoché deserto, evitarono che la vicenda assumesse i contorni della tragedia. Fu una delle persone poi finite a giudizio ad accorgersi della presenza di strane crepe e a invitare tutti i presenti a fuggire dal luogo del crollo. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Amilcare Tana, Luigi Fersini, Luigi Covella e Francesco D´Agata.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuova udienza per il crollo di Castro, la parola passa ai periti di parte

LeccePrima è in caricamento