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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

No Tap, parte sassaiola e scatta un fermo. Attivisti davanti alla questura

Sassaiola, quattro feriti tra le forze dell'ordine e un cassonetto bruciato. E' stata una notte molto agitata nella zona di San Basilio. Adunanza in via Otranto

LECCE – E’ stata una nuova notte di forti tensioni, quella appena trascorsa, a Melendugno. Culminata, questa volta, con un arresto in flagranza fra gli attivisti, il primo della lunga storia di opposizione al progetto di gasdotto con approdo a San Foca. Si tratta di Saverio Pellegrino, 52enne originario di Andrano.

Il bilancio vede anche quattro feriti tra le forze dell’ordine. Nel corso delle concitate fasi, avvenute questa volta in paese, è stato dato alle fiamme anche cassonetto, tanto che sono dovuti intervenire anche i vigili del fuoco. In mattinata diversi attivisti No Tap si sono ritrovati davanti alla questura di Lecce per capire l’evoluzione del caso e in segno di solidarietà con il fermato. L’ingresso è stato cinturato con un cordone di agenti dei reparti mobili.

Già il 9 aprile si sono verificati momenti molto concitati, quando un gruppo di manifestanti ha tentato di rallentare i mezzi diretti al lavoro presso il cantiere. Alcuni muretti a secco erano già stati abbattuti nella notte per sbarrare il passo ai camion. Al culmine del nervosismo, si è verificato anche il ferimento di un carabiniere, a causa di un calcio, e vi è stata una carica delle forze dell’ordine con lesioni riportati da due attivisti, uno dei quali costretto a farsi medicare al pronto soccorso.   

Attivisti davanti alla questura

I fatti della notte

Stando alle ricostruzioni svolte dalla polizia e che hanno portato all’arresto, tutto ha avuto inizio alle prime ore del giorno. Ad agire, sarebbe stata una quarantina di persone, attivisti contro il gasdotto. Anche questa volta il trasporto dei mezzi verso il cantiere di località San Basilio, è stato interrotto usando grossi pezzi di mattoni cementizi. Sono stati posizionati all’altezza dell’incrocio tra le via San Niceta e Einaudi.

E’ stato poi collocato al centro della strada provinciale 145 e dato alle fiamme un cassonetto dei rifiuti, sempre con l’obiettivo di ostacolare il passaggio dei mezzi al cantiere e della scorta fornita dalle forze dell’ordine. Ed è stato quando si è tentato di rimuovere gli ostacoli, che è partita una sassaiola: pietre di cemento, quattro delle quali hanno centrato e ferito altrettanti agenti del Reparto mobile di Reggio Calabria. Hanno riportato lesioni e contusioni, con prognosi di circa dieci giorni.

Pellegrino era già noto

A quel punto, si è dovuto agire con scudi per il contenimento dei più esagitati e per permettere il transito dei veicoli che dovevano raggiungere San Basilio. E si è arrivati anche all’arresto di Pellegrino, il quale era già destinatario di un foglio di via obbligatorio per tre anni da Lecce e da Melendugno, con scadenza fissata per il 2021, dovendo rispondere di resistenza a pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, inottemperanza al foglio di via obbligatorio e lesioni aggravate a pubblico ufficiale.

Il video: le fasi prima e dopo il fermo

Pellegrino, al momento della perquisizione, integralmente videoripresa da personale della polizia scientifica, è stato trovato in possesso di grosse pietre di cemento, nascoste nelle tasche esterne del giubbotto. Altri video riguardanti i disordini della notte sono al vaglio della polizia per identificare i responsabili delle azioni più violente, i quali saranno poi denunciati all’autorità giudiziaria. Tra i soggetti che hanno agito nella notte i poliziotti hanno peraltro riconosciuto altri destinatari di foglio di via obbligatorio, che saranno deferiti anche per questo reato. 

Presidio di solidarietà

Introno alle 13 è stato disposto il trasferimento in carcere del 52enne, che è difeso dall'avvocato Carlo Sariconi. Entro 48 ci sarà l'interrogatorio di convaldia. Poche ore dopo, alle 17, alcune decine di persone si sono ritrovate all'esterno del penitenziario di Borgo San Nicola per esprimere vicinanza a Pellegrino, di cui il Movimento No Tap chiede a gran voce la liberazione.

Due attivisti denunciati dai carabinieri

I carabinieri della compagnia di Lecce hanno denunciato il presunto autore dell’aggressione avvenuta nei confronti di un militare dell’Arma nel corso della manifestazione “No Tap” dello scorso 9 aprile. Dopo l’analisi dei filmati gli investigatori hanno denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni M.G., 52enne di Melendugno, attivista del movimento.

Durante la manifestazione avrebbe sferrato un calcio sullo scudo di un brigadiere appartenente al decimo reggimento Campania, facendolo cadere a terra, urtando poi con la schiena su alcune pietre, riportando “contusioni alla spalla ed emicostato lato sinistro”, con una prognosi di dieci giorni.

I carabinieri di Melendugno hanno denunciato un’altra attivista, M.C.C., 40enne di Scorrano, fermata a bordo della sua auto durante un controllo. Nei suoi confronti è stata già emessa la misura del divieto di ritorno nel comune di Melendugno e frazioni per la durata di tre anni emesso da questore di Lecce il 9 dicembre scorso.

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