“Nuovi orizzonti” con la droga, confiscati beni per 900mila euro. Chiesto il processo per 14
Si discuterà il 25 maggio l’udienza preliminare nei riguardi di Sergio Taurino e altri tredici imputati, nell’ambito di uno dei tronconi dell’inchiesta Antimafia su traffici di marijuana dall’Albania
LECCE - Marijuana giunta dall’Albania distribuita in diverse parti d’Italia attraverso un’organizzazione, attrezzata di uomini e mezzi: è questa la scoperta fatta con l’operazione “Nuovi Orizzonti”, avviata nel 2015 dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia), con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Lecce.
Nell’ambito della stessa operazione, a seguito di proposta di misura di prevenzione a firma del direttore della Dia, nei confronti del principale indagato, il leccese Sergio Taurino, alias “Gino” o “vecchietto”, di 54 anni, fu eseguito, nel 2017, il sequestro, al quale è seguita la confisca, confermata in secondo grado lo scorso febbraio, di beni per circa 900mila euro a lui riconducibili: due ville situate a Lecce, due motoveicoli e rapporti finanziari e intestati al proposto e ai parenti conviventi per un valore complessivo di circa 900mila euro.
Per Taurino, il procuratore Guglielmo Cataldi, il magistrato che ha coordinato le indagini, ha chiesto il processo e le sue sorti si conosceranno il 25 maggio, quando la richiesta finirà al vaglio del giudice per l’udienza preliminare Giulia Proto.
Oltre a lui, la stessa istanza è stata avanzata anche per altre tredici persone, accusate a vario titolo, di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti: Giovanni Taurino, 30 anni, di Surbo; i leccesi Claudio Turco, di 60, Marco Turco, detto “il brutto”, di 33, Simone Zimari, di 30, e Mauro Letizia, di 27 anni, residente a Vernole; Mattia Monaco, detto “il bello”, 33 anni; Aniello Alfano, 47, e Marco Cimmino, 33, entrambi di Castellamare di Stabia (Napoli); Erwin Gassebner, 57, di Lana (Bolzano); Arjan Mucaj, detto “mitico” e “Sebastian”, albanese di 34 anni, domiciliato a Monteroni; Antonio Palermo, detto “Buzzurro”, 35 anni, di Cosenza; Santino Pizzonia, detto “il nano”, 32 anni, residente a Curinga (Catanzaro); Giovanni Veneziano, 30, di Lamezia Terme (Catanzaro).
Video | L'operazione eseguita dalla Dia
Secondo l’accusa, Sergio Taurino avrebbe curato l’acquisto e la manutenzione delle imbarcazioni da utilizzare per il trasporto della droga che avrebbe provveduto a consegnare “a domicilio” anche personalmente a chi l’avrebbe poi distribuita sul territorio. Mucaj si sarebbe occupato di gestire i contatti con i suoi connazionali per ricevere lo stupefacente che avrebbe anche lui consegnato, con l’aiuto dell’organizzazione, agli acquirenti; Giovanni Taurino si sarebbe dedicato allo stoccaggio e al trasporto della marijuana e a procurarsi e pagare le auto noleggiate per le attività illecite; Turco, Monaco e Zimari avrebbero partecipato all’associazione, partecipando alle fasi di approvvigionamento, trasporto, stoccaggio e consegna. Turco avrebbe custodito per conto del gruppo sia la droga che altri beni.
Le indagini hanno riguardato episodi avvenuti tra il mese di giugno del 2016 e quello di marzo 2017 e tra questi c’è quello avvenuto nel gennaio di tre anni fa, quando uno degli indagati, Gassebner, fu arrestato dai carabinieri per aver ricevuto 17 chili di marijuana. A consegnargliela, stando alle carte dell’inchiesta, sarebbero stati proprio i due Taurino, Turco e Monaco.
Lo stesso Monaco finì nei guai tre mesi dopo, quando la polizia stradale lo fermò sull’autostrada A16 a bordo di un’autovettura Citroen C4, dove, nascosti nel portabagagli, c‘erano oltre 21 chili di marijuana. In alcuni casi riscontrati dagli investigatori, il valore delle consegne non sarebbe stato inferiore ai 25mila euro. A maggio, durante l’udienza preliminare, gli imputati potranno avanzare richiesta di riti alternativi attraverso i loro legali, gli avvocati Raffaele Benfatto, Giuseppe Presicce, Maria Cristina Caracciolo Lorenza Prete, Ilario Manco, Carlo Scalinci, Paolo Golia.