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Cronaca

Lacrime e sorrisi per Antonio Montinaro: reparto rinnovato e dedicato al suo demiurgo

L’unità operativa complessa di Cardiologia interventistica ed emodinamica del Vito Fazzi porta da oggi il nome del medico, scomparso un mese addietro, che più di ogni altro ha lavorato per la costruzione di quella che è diventata un’eccellenza nel sistema sanitario

LECCE – Lacrime e sorrisi, secondo un ritmo emotivo dettato dalla contezza di una grave perdita, ma allo stesso tempo dalla consapevolezza di aver avuto il privilegio di condividere un percorso più o meno lungo con un grande uomo, prima ancora che uno stimato cardiologo.

Una frase fatta non vuol dire che non possa essere la migliore per esprimere chi è stato Antonio Montinaro: del resto la commozione degli infermieri e dei colleghi era così tangibile che sarebbe impossibile ricondurla solo ad una vicenda professionale. In molti hanno voluto dedicare un pensiero, il ricordo di un aneddoto, restituendo ancora una volta alla moglie Roberta e alle tre figlie Sara, Elisabetta e Giorgia l’affetto non convenzionale di una comunità che ha perso non solo il suo leader, ma anche il suo esempio.

Quando però è stato proiettato il video che lo stesso cardiologo aveva realizzato molti anni addietro per presentare quella che allora era la sua equipe, il dolore aveva lasciato il posto ad una parvenza di serenità, alimentata dalla stessa ironia che Montinaro ha conservato fino all’ultimo dei suoi giorni.

Nell’ospedale leccese è stata presentata questa mattina la nuova veste dell’unità operativa complessa di Cardiologia interventistica ed emodinamica, interessata da lavori di ristrutturazione e riqualificazione e ritornata dopo due anni nella sede originaria: il reparto è stato dedicato, alla presenza della moglie e delle tre figlie, a colui che più di ogni altro lo ha voluto, venuto a mancare il 7 novembre scorso all’età di 65 anni.

La cerimonia che ha preceduto la visita al reparto è stata introdotta da Silvana Melli, che ha preso il posto di Giovanni Gorgoni – scelto intanto da Michele Emiliano come direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia – alla guida della Asl di Lecce. Presenti il direttore sanitario, Antonio Sanguedolce, quello amministrativo, Vito Gigante, il responsabile della divisione di Cardiologia interventistica ed emodinamica, Giuseppe Colonna e Alfredo Marchese, presidente del comitato scientifico della Società italiana di cardiologia invasiva.

IMG_7365-2Quest’ultimo, nel corso del proprio, si è rivolto idealmente a Montinaro, dalla prima all’ultima parola. Colonna, cioè colui che ha preso il posto del medico scomparso, lo ha definito come “un maestro e un fratello maggiore”, passando poi a illustrare i passaggi di quelle che è stata un’iniziativa pionieristica: risale al 1988 l'allestimento della prima sala di Cardiologia interventistica, nucleo di quello che oggi è un fiore all’occhiello dell’offerta sanitaria pugliese con una dozzina di medici, oltre venti tra infermieri, operatori socio sanitari, tecnici e ausiliari.

L’attività del reparto ha significato per molti pazienti la possibilità di avere cure qualificate sul territorio di appartenenza, riconosciute anche nei consessi medici internazionali. Fulcro dal 2010 della “Rete Salentima” per il trattamento dell’infarto miocardico acuto, l’unità operativa di Cardiologia ed Emodinamica è un importante punto di riferimento per tutta la provincia e non solo: in quattro anni i pazienti con infarto miocardico acuto sono stati 807 con un successo procedurale pari al 98 per cento.

Ma molto resta ancora da fare – è anche questa è una frase fatta, ma non meno necessaria-: come sottolineato dal dottore Colonna, il reparto dispone di un solo angiografo (lo strumento che serve per avere un’immagine dei vasi sanguigni e linfatici), il che significa “avere la carrozzeria di una Ferrari, ma il motore di una 500”.

Ecco allora che può acquisire senso l’auspicio del sindaco Paolo Perrone affinché la classe politica recuperi il tempo perduto in contrapposizioni di parte che hanno rallentato i progressi nella costruzione di un sistema sanitario locale efficiente e al passo con i tempi. D’altra parte la politicizzazione della sanità è una delle patologie più gravi del Paese e le continue ingerenze nelle nomine, negli appalti, nei concorsi sono un limite evidente e insopportabile al quale bisognerebbe porre fine. 

Alla cerimonia di inaugurazione ha partecipato anche il prefetto di Lecce, Claudio Palomba. Dall'altra parte della sala, in piedi, Giuseppe Palaia, fino a pochi anni addietro medico sociale dell'Us Lecce: per il club salentino, infatti, ha lavorato per 38 anni anche Antonio Montinaro.

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