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Cronaca

Occhi chiusi sulla sicurezza bus. “Sostanze psicoattive, nessun test agli autisti"

La denuncia, presentata da sindacati Cgil, Cisl e Cisal, riguarda le aziende che si occupano del trasporto su gomma, compresi i chilometri subaffidati da Stp. I conducenti non verrebbero sottoposti ai test medici obbligatori

 

LECCE - Sulle strade del Salento viaggia un rischio reale: quello dell'incolumità dei conducenti, degli utenti e degli automobilisti in transito. E la manutenzione delle strade questa volta non c'entra. Le segreterie provinciali dei trasporti di Cgil, Cisl e Cisal puntano il dito contro un presunto mancato rispetto delle normative che impongono severi controlli sugli autisti (visite di revisione biennali e test sull'assunzione di sostanze psicoattive) su cui, alcune aziende che si occupano del trasporto pubblico extraurbano su gomma, chiuderebbero troppo spesso un occhio, se non due. Una "dimenticanza" che rischia di avere un costo decisamente troppo alto in termini di vite umane.

Le notizie che diramano i sindacalisti di Faisa Cisal, Antonio Rizzini e Filt Cgil, Domenico Conte provocano un brivido: "Mille passeggeri, ogni giorno, vengono affidati ad autisti di cui non si conosce lo stato psicofisico". Questo sarebbe il risultato di "un'anomalia interna all'azienda Stp che, se da un lato applica la legge per i propri dipendenti, dall'altra parte ha subaffidato un milione di chilometri, senza pretendere il medesimo rispetto delle regole", afferma Rizzini.

La responsabilità di Stp invece "sarebbe doppia nei confronti dei cittadini, trattandosi di un'azienda pubblica, e soggettiva nei confronti della Provincia di Lecce e della Regione Puglia. - aggiunge lui. - Gli stessi amministratori della società partecipata che hanno sventato il fallimento economico con l'applicazione dei contratti di solidarietà per i dipendenti, si sono messi nelle condizioni di farsi revocare il contratto di servizio, qualora venisse accertato il mancato rispetto delle visite di revisione per il subaffido".

Tra questi percorsi ad alto rischio, a dire dei sindacalisti, rientrerebbero anche alcune linee del servizio "Salento in bus": "Sarebbe quanto meno imbarazzante, nei confronti dei turisti, il verificarsi di incidenti che si possono e si devono prevenire" spiega Rizzini. Un malcostume diffuso ben oltre l'immaginabile, precisano i due sindacalisti, a causa della "tendenza a risparmiare sui controlli che sono a carico dell'azienda e non dei lavoratori".

E la denuncia, presenDomenico Conte e Antonio Rizzini-4tata sotto forma di esposto alla Procura della Repubblica di Lecce, non risparmia davvero nessuno: "Esiste un numero rilevante di piccole aziende di cui non abbiamo notizie circa il rispetto delle normative".

Dulcis in fundo, c'è spazio per un accenno alla società partecipata del Comune di Lecce, la Sgm che gestisce il trasporto urbano. In questo caso, "i dipendenti vengono spesso avvisati dei test tossicologici con largo anticipo. Per legge, il preavviso non deve superare le 24 ore onde vanificare i risultati dei test, ma i lavoratori conoscono la data in cui si dovranno sottoporre agli esami anche tre settimane prima", aggiungono i due sindacalisti Cisal e Cgil.

La competenza a far luce sul volto oscuro del trasporto locale, spetta ora alle autorità competenti, le quali dovranno accertare l'esistenza di una effettiva "gestione patronale e paternalistica delle realtà locali, in base alla quale molti autisti vengano rimessi su strada anche dopo un evento morboso, come un infarto, senza una preventiva visita medica, magari dirottati su percorsi meno impegnativi", spiegano i due sindacalisti. Il polverone che le segreterie dei sindacati intendono sollevare non è casuale: nasce dalla volontà di non girarsi dall'altra parte, cercando di "scuotere la politica e le istituzioni, prima che sia troppo tardi".

 

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