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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Tricase

Condannati Adelchi e Luca Sergio per la morte dell'ingegnere nella Selcom

Due anni al patron del gruppo calzaturiero di Tricase, un anno al figlio. Assoluzione per non aver commesso il fatto per Davide Scarantino, amministratore delegato della Sun System, per cui lavorava Lisa Picozzi. La giovane precipità dal capannone a causa di una difformità durante un sopralluogo

LECCE – Due anni senza pena sospesa per Adelchi Sergio, patron dell’omonimo gruppo calzaturiero di Tricase, un anno con pena sospesa per il figlio, Luca Sergio, legale rappresentante della Selcom (che fa capo al citato gruppo) e assoluzione per non aver commesso il fatto per Davide Scarantino, amministratore delegato della Sun System, azienda lombarda specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici per cui lavorava Lisa Picozzi, ingegnere milanese, morta a soli 31 anni il 29 settembre del 2010 dopo essere stata inghiottita nel vuoto precipitando da un solaio venuto a cedere sotto i suoi piedi, nel corso di un sopralluogo.

Omicidio colposo era l’accusa per tutti. E per tutti il pubblico ministero Paola Guglielmi, nel corso della requisitoria del 13 ottobre scorso, davanti al giudice monocratico Roberto Tanisi, aveva invocato due anni. Le principali responsabilità sono quindi state individuate però in capo del patron del gruppo, per il quale è giunta la pena più severa. E pensare che, mentre Luca Sergio e Davide Scarantimno erano stati rinviati a giudizio per quest’episodio, per il patron era stata richiesta l’archiviazione. Al processo c’è arrivato dopo un’imputazione coatta da parte del gup Ines Casciaro.

I due condannati sono stati chiamati anche al risarcimento, da definirsi in sede civile. Nel corso di questo tempo, su istanza presentata dal legale che rappresentava la famiglia di Lisa Picozzi, l’avvocato Massimo Bellini, sono anche stati posti sotto sequestro preventivo undici immobili, fra abitazioni, lotti e capannoni, intestati a Luca Sergio, proprio in prospettiva di un’eventuale condanna.

E’ stato un procedimento lungo e complesso, che s’è articolato in quattro anni di battaglie, dovendo anche la difesa presentare opposizione a un’iniziale richiesta d’archiviazione da parte della Procura leccese, per il già citato caso di Adelchi Sergio. I genitori, che si sono costituti parte civile, non si sono quindi mai dati per vinti e hanno presenziato a tutte le fasi del processo, fino alla sentenza odierna. Si è ora in attesa che vengano depositate le motivazioni.

Secondo le ricostruzioni dell’avvocato Bellini, che ha svolto indagini per arrivare a comprendere la dinamica precisa di una morte assurda, il sopralluogo di quel giorno era stato stabilito in alcuni accordi preliminari. Lisa Picozzi era giunta nel Salento in rappresentanza della ditta della sua città, Milano, proprio per visionare il tetto in prospettiva di alcuni lavori. La vittima avrebbe trovato al suo arrivo le scale già posizionate per raggiungere la sommità degli edifici industriali e dopo essere salita sul solaio della Selcom, nella zona industriale di Montesano Salentino, mentre stava effettuando alcuni rilievi, all’improvviso precipitò al suolo da un'altezza di sette metri.

adelchi sergio-3-2-2Il rivestimento in eternit presente sul solaio aveva coperto anche il lucernario in plexiglas (capace di reggere un peso di soli 20 chilogrammi per metro quadro), trasformandolo, come ha scritto il gup, “in un'insidia e una trappola”. Una difformità costruttiva che ha finito per trasformarsi nella tomba dell’incolpevole ragazza. Il suo occhio, è facile immaginare, può essere stato tradito da quel rivestimento superficiale senza soluzione di continuità.

Si tratta di una circostanza, questa, evidenziata sia nell'informativa dei carabinieri di Tricase (all’epoca comandati dal capitano Andrea Bettini), sia nella relazione dei tecnici dello Spesal. Gli agenti del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro hanno rilevato responsabilità sia in capo alla Sun System, che avrebbe dovuto svolgere, a loro dire, rilievi e accertamenti fotografici e stabilire in anticipo la pericolosità del solaio del capannone, sia della proprietà. Il giudice ha invece ritenuto che le colpe debbano ricadere tutte sui Sergio.

Lisa Picozzi divideva la sua vita tra il lavoro e lo sport. Era capitano del Cs Alba, formazione di pallavolo di Albese con Cassano, all’epoca nella B2 femminile. Il padre della ragazza ha due figli da una precedente relazione, per la madre, invece, lei era la sua unica creatura. Ha affidato alle pagine di Facebook i suoi struggenti pensieri, creando un gruppo dal titolo: “Per il ricordo di una piccola grande palleggiatrice: Lisa Picozzi”.   

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