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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio De Santis, disposti nuovi accertamenti. La sentenza slitta

Si terrà il 23 gennaio la sentenza del processo d'appello sull'assassinio dell'imprenditore leccese. La Procura ascolterà due testi. Rilevata una discordanza negli orari fra le loro dichiarazioni

 

LECCE – E’ slittata al prossimo 23 gennaio la sentenza del processo d’appello sull’omicidio di Antonello De Santis, l’imprenditore del settore vinicolo assassinato il 14 marzo 2005 lungo la strada che collega Copertino a Nardò.

La Corte d’appello di Lecce, infatti, ha disposto l’ascolto di due testi. Si tratta della segretaria di un imprenditore in affari con la vittima, che in quel tragico pomeriggio chiamò, alle 17,59, De Santis per delle comunicazioni urgenti. Fu la moglie della vittima a ricevere quella telefonata e a riferire al marito il contenuto della stessa prima che andasse incontro al suo tragico destino. L’orario di quella telefonata non coinciderebbe, però, con quanto dichiarato da un altro teste, che in aula ha raccontato di aver visto il furgone in fiamme, dove sarebbe stato poi rinvenuto il cadavere, alle 18,15. I giudici vogliono dunque accertare l’orario e mittente e destinatario di quella telefonata.

Nella scorsa udienza il procuratore generale della repubblica di Lecce, Giuseppe Vignola, ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado nel processo d’appello celebrato nei confronti di Vito Nestola, il pensionato 63enne originario di Copertino accusato dell’omicidio, era stato condannato, nell’aprile del 2010, a 24 anni di reclusione. In primo grado i giudici della Corte d’assise avevano escluso le aggravanti dell’efferatezza e della crudeltà.

Il corpo di De Santis fu rinvenuto nella parte posteriore di un furgoncino bruciato. Dall'esame autoptico emerse che la vittima era stata ripetutamente colpita con un'ascia e il suo corpo abbandonato nel veicolo quando era ancora vivo. La morte dell’imprenditore fu, infatti, dovuta ad asfissia.

Nella propria requisitoria, durata poco più di un’ora, Vignola ha ripercorso gli eventi di quel tragico pomeriggio di primavera e gli elementi probatori a carico dell’imputato, a cominciare dal movente dell’omicidio. Un omicidio maturato nell’ambito di forti contrasti di carattere economico sorti tra Nestola e De Santis. Contrasti legati alla cessione di un’azienda vinicola, la Ruggieri-Martinelli di Copertino, intestata alla moglie, di cui il Nestola era assolutamente intenzionato ad entrare in possesso.

Un progetto che si sarebbe però scontrato con le difficoltà economiche dell’accusato, che era gravato da protesto, e cui le finanziarie avevano negato l’erogazione di un prestito. L’uomo avrebbe inoltre contratto un grosso debito con De Santis: circa 240 mila euro per l’affitto dei capannoni aziendali, pagati in assegni che la vittima non aveva mai riscosso, e che furono poi ritrovati nel suo ufficio. 

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