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Cronaca Copertino

Omicidio dell’ex carabiniere, in aula scooter a confronto: simili e senza uno specchietto retrovisore

La Corte d'Assise ha ascoltato l’ingegnere che analizzò le immagini di un ciclomotore: quelle trovate nel cellulare della moglie dell’imputato e quelle riprese dalle telecamere nella zona del delitto. Disposta anche la trascrizione di file audio

COPERTINO - Lo scooter ripreso dalle telecamere nella zona del delitto, condotto, secondo gli inquirenti, dall’assassino dell’ex carabiniere Silvano Nestola, è molto simile a quello trovato in tre fotogrammi nel cellulare della moglie dell’imputato.

A chiarirlo oggi in aula è stato l’ingegnere Lelly Napoli che comparò per conto della Procura quelle immagini, stabilendo come i due mezzi non fossero solo somiglianti per il modello - un modello oramai poco diffuso non essendo più in produzione dal 2002 - ma anche per un’altra caratteristica: l’assenza dello specchietto retrovisore destro.

E’ questo uno dei tasselli dell’inchiesta che, per il pubblico ministero Alberto Santacatterina, dimostra la responsabilità di Michele Aportone, 71enne di San Donaci, nell’omicidio del militare in congedo di 45 anni, avvenuto la sera del 3 maggio del 2021, in contrada Tarantino, una zona di campagna fra Copertino e San Pietro in Lama.

Per l’accusa, l’anziano, che anche oggi era in aula seduto al fianco della sua legale, l’avvocata Francesca Conte, avrebbe compiuto una prima parte del tragitto con un furgone e quella successiva proprio con il ciclomotore trasportato sul primo veicolo e del quale si sarebbe disfatto dopo il delitto. Durante le perquisizioni fu rinvenuto solo un due ruote già sezionato e in parte bruciato.

Avrebbe sparato per quattro volte contro il malcapitato, mentre lasciava casa della sorella col figlio di undici anni, non lasciandogli scampo, perché non accettava la relazione con sua figlia Elisabetta, all’epoca dei fatti 36enne.

Questo il movente indicato dal pm che, all’inizio dell’udienza, celebratasi nell’aula bunker del carcere di Lecce, ha chiesto alla Corte d’Assise la trascrizione dei file audio estrapolati dai dispositivi della vittima per un totale di sei conversazioni. Una in particolare riguarda l’accesa discussione avuta di persona dall’ex militare con la moglie di Aportone, Rossella Manieri (inizialmente indagata, ma poi la sua posizione fu archiviata).

Il file, registrato di nascosto, da Nestola, e di cui abbiamo dato notizia in un precedente articolo, fu trovato dagli investigatori nel suo cellulare ed è ritenuto rivelatore dei rapporti burrascosi all’origine della vicenda.

A occuparsi della trascrizione sarà la perita Carla Conte, nominata oggi dalla Corte d’Assise, composta dal presidente Pietro Baffa, dalla collega Maria Francesca Mariano e dai giudici popolari. I lavori inizieranno il 25 gennaio e dovranno concludersi entro sessanta giorni.

Dopo il conferimento dell’incarico, si è proceduto all’ascolto di altri testi dell’accusa. Oltre che dell’ingegnere Lelly Napoli, anche di altri carabinieri che svolsero le indagini.

In aula, si ritornerà il prossimo 21 marzo.

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