rotate-mobile
Cronaca Castri di Lecce

Rapina e omicidio dell'ex falegname, chiesto il processo per quattro

La Procura ha avanzato istanza di giudizio immediato nei riguardi del gruppo accusato di aver provocato la morte di Donato Montinaro, di 76 anni, la sera del 10 giugno scorso, nella sua abitazione, a Castri di Lecce

CASTRI DI LECCE - C’è la richiesta di giudizio immediato per il gruppetto ritenuto responsabile dell’omicidio di Donato Montinaro, falegname in pensione di 76 anni, avvenuto la sera del 10 giugno scorso, nella sua abitazione, in via Roma, a Castri di Lecce.

L’istanza firmata dalla sostituta procuratrice Maria Consolata Moschettini, titolare delle indagini svolte con i carabinieri, ora passerà al vaglio della giudice Laura Liguori, già firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei riguardi dei quattro indagati che ora potrebbero finire direttamente al banco degli imputati, senza sostenere prima l’udienza preliminare.

I primi a essere accompagnati in carcere furono, quattro mesi dopo il delitto: Angela Martella, 58 anni, originaria di Gagliano del Capo ma residente a Salve, Patrizia Piccinni, 48, originaria di Modugno (Bari) ma residente ad Alessano, e Antonio Esposito, 39, originario di Tricase ma residente a Corsano. Un quarto uomo, invece, Emanuele Forte, di 39 anni, originario di Tricase ma residente a Corsano, inizialmente indagato a piede libero, fu arrestato in seguito agli interrogatori di garanzia dei presunti complici, in particolare, di Piccini ed Esposito, che confermarono il suo coinvolgimento nella vicenda.

Stando alle carte dell’inchiesta, intorno alle 20.48, i quattro raggiunsero l’abitazione di via Roma, con la Hyunday Tucson di Martella che dieci minuti prima aveva contattato telefonicamente  la vittima. L'intenzione sarebbe stata quella di rapinare l'uomo, avendo lo stesso più volte, anche pubblicamente, dichiarato di disporre di denaro in contanti e di custodirlo in casa. Per costringere il malcapitato a rivelare dove nascondesse i soldi, gli avrebbero legato polsi e caviglie con delle fascette, l'avrebbero imbavagliato, incappucciato e strangolato utilizzando indumenti, lenzuola e nastro adesivo, provocando così il decesso per asfissia da soffocamento. Al termine della brutale aggressione, i quattro sarebbero poi fuggiti con una somma di denaro non quantificata e con una motosega.

Fondamentali a chiudere il cerchio furono le immagini immortalate e acquisite dagli impianti di videosorveglianza e le dichiarazioni di due vicine di casa dell’anziano (una consegnò ai militari un cellulare, con la batteria staccata, che aveva trovato nei pressi di via Roma, dove abitava e fu uccisa la vittima; l'altra raccontò di aver visto, la sera del 10 giugno, tre individui, uno dei quali imbracciava una motosega, percorrere a piedi la vicina via Volta).

Proprio attraverso i tabulati telefonici fu possibile risalire agli ultimi contatti avuti da Montinaro e tra questi, nove furono con Martella, dal 1° maggio al 10 giugno. A “raccontare” il resto furono le intercettazioni telefoniche (di cui abbiamo dato notizia in un precedente articolo).

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Silvio Verri, David Alemanno, Luca Puce Marco Costantino.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rapina e omicidio dell'ex falegname, chiesto il processo per quattro

LeccePrima è in caricamento